giovedì 18 novembre 2010

Silvio mette in palio i posti in Eni, Enel e Terna

Mentre alle Camere impazza la compravendita dei parlamentari, nel gran bazar della politica rischiano di finire trascinate anche poltrone ben più delicate. I tempi non sempre coincidono, visto che la partita sulla fiducia al governo si dovrà chiudere prima di Natale, ma nulla vieta di stringere patti che verranno poi onorati successivamente, come spesso accade quando la posta in gioco è molto alta. E di incarichi che contano sul piatto ce ne sono parecchi. Praticamente tutti i colossi pubblici partecipati dal Tesoro, infatti, vedranno scadere i propri vertici da qui alla prossima primavera.

Ma non solo. Il primo appuntamento è quello meno spendibile sul piano delle trattative poiché il totonomine sembra ormai concluso. Già oggi, nel corso del Consiglio dei ministri, il posto vacante della Consob potrebbe essere occupata dal viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas. Dopo un lungo braccio di ferro Giulio Tremonti ha infatti avuto la meglio su Gianni Letta, che avrebbe voluto alla guida dell’authority l’attuale presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà.
La prossima scadenza, che arriva con un tempismo incredibile, è quella dell’Autorità per l’energia i cui vertici esauriscono il mandato il 15 dicembre, esattamente il giorno successivo al voto parlamentare che dovrà decidere le sorti del governo. Fino ad oggi il duello sull’organismo non è stato facile. Basti pensare che i veti incrociati della politica hanno fatto arrivare alla fine del settennato un collegio formato solo da Ortis e Fanelli, invece dei cinque componenti previsti.

La partita vera è comunque quella che si giocherà sulle nomine di primavera. Con la firma del bilancio 2010 termineranno il loro mandato i vertici di Enel, Eni, Finmeccanica, Terna e Poste. Quotate le prime quattro interamente partecipata dal Tesoro, anche attraverso la Cdp, l’ultima. Qui le poltrone che il governo potrebbe mettere sul tavolo nel tentativo di trovare i numeri per sopravvivere scottano davvero. Si tratta infatti dei gioielli di Stato, in cima alla lista delle società italiane per capitalizzazione, ricavi, utili, dipendenti. Quasi tutte gestiscono attività fortemente legate agli interessi strategici nazionali e giocano ruoli chiave nella politca estera del Paese.

Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le voci sui possibili avvicendamenti dei manager. Anche ipotizzando una sorta di staffetta tra le varie società, come già avvenuto in passato. Tutti gli attuali vertici, del resto, sono stati confermati nel 2008 con l’accordo anche di Berlusconi non ancora insediato. Tra i nomi che faranno parte del valzer, le simpatie della Lega potrebbe convergere su Giuseppe Orsi (attuale ad di AgustaWestland in corsa per un incarico nella controllante Finmeccanica) e su Danilo Oreste Broggi (oggi al vertice della Consip che potrebbe ambire a alle Poste). Legami con gli ex An (area La Russa però e non finiana)  sono quelli attribuiti a Flavio Cattaneo, attuale ad di Terna quotato negli ultimi mesi sia per Enel sia per Eni. L’unico finiano doc, anche se da diversi anni lo sponsor è Tremonti, è l’attuale ad delle Poste Massimo Sarmi, nominato per la prima volta nel 2002 proprio con il sostegno del presidente della Camera. In scadenza, però, sono anche i cda. In quello dell’Eni, ad esempio siede il segretario amministrativo di Farefuturo, Scibetta. Mentre in quello dell’Enel, c’è il finiano Luciano. La mercanzia, insomma, non manca. Venghino siori, venghino.

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