sabato 6 novembre 2010

Elkann sbarca a Roma per ammorbidire le spine di Marchionne

Normali relazioni istituzionali. Così John Elkann ha definito la sua girandola di incontri romani. Un pellegrinaggio che lo ha portato al Quirinale, in Bankitalia, ma soprattutto a Palazzo Chigi e a Via XX Settembre, dove ha incontrato rispettivamente il sottosegretario Gianni Letta e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il tempismo del giovane rampollo della famiglia Agnelli non lascia molti dubbi sull’oggetto delle conversazioni.

Oggi ci sarà infatti il primo faccia a faccia ufficiale tra Sergio Marchionne e il neo ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Un faccia a faccia preceduto da un ruvido botta e risposta sull’italianità della Fiat. Con l’esponente di governo che dopo le taglienti dichiarazioni del manager sulla voglia di lasciare il nostro Paese ha voluto ricordare a Marchionne di «conoscere molto bene» la storia dell’azienda e dei sussidi pubblici ricevuti. Nulla di più probabile, dunque, che il presidente del Lingotto sia venuto preventivamente nella capitale ad ammorbidire un po’ il terreno per evitare che le spigolosità del manager spezzino un filo del dialogo tra Fiat e governo che nei prossimi mesi potrebbe essere determinante per l’esito del progetto Fabbrica Italia.

Il momento, del resto, è delicatissimo. Sul fronte delle vendite, la Fiat sta ancora cercando di capire cosa ha provocato quel crollo del 40% in Italia registrato ad ottobre. Su quello sindacale lo scenario non sembra registrare sviluppi. Ieri, mentre Susanna Camusso prendeva le redini della Cgil, a Pomigliano si è ripetuto il solito copione: accordo separato sul ricorso alla cassa integrazione in deroga. Fim, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici hanno firmato il verbale di intesa che prevede 8 mesi di sostegno al reddito per 4.812 lavoratori dello stabilimento. La Fiom, inutile dirlo, ha detto no, sostenendo che il cambio di causale nella richiesta di Cig (da Cig straordinaria per ristrutturazione a Cig in deroga) e la creazione della newco non garantiscono il futuro dei lavoratori. In realtà, la newco è un’opzione prevista dal progetto Fabbrica Italia su cui è stato raggiunto l’accordo a Pomigliano. E trattandosi di una nuova società, come ha spiegato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, la Cig straordinaria, prevista per le ristrutturazioni aziendali, non poteva essere applicata.

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