giovedì 25 novembre 2010

Ad AliFrance manca solo la fusione

La fusione con Air France? «Non si può escludere», ha detto candidamente Roberto Colaninno intervenendo ieri alla presentazione di un accordo con l’indiana Get Airways. Vere e proprie certezze, sul futuro di Alitalia, non ci sono mai state. Ma se dovessimo prendere per buone tutte le dichiarazioni dei vertici della compagnia negli ultimi mesi ci troveremmo di fronte ad un rompicapo praticamente insolubile. Riassumiamo, solo per avere un’idea, le più recenti.

Prima dell’estate, il 5 luglio, l’amministratore delegato Rocco Sabelli smentiva categoricamente qualsiasi ipotesi di nozze con i francesi, per il presente e per il futuro, sostenendo che la «fusione non è nei nostri piani, né nelle nostre prospettive».
Passa qualche mese e l’amministratore delegato ritorna sui suoi passi. La frase galeotta compare nero su bianco ai primi di novembre in una delle innumerevoli anticipazioni dell’ultimo libro di Bruno Vespa. «La mia opinione personale, che trasformerò in una raccomandazione agli azionisti», dice Sabelli rispondendo ad una domanda del giornalista Rai, «è di costruire un merger (fusione) tra le due compagnie per confluire in un aggregato più grande». Apriti cielo. Le parole dell’ad scatenano un tale polverone da costringere il presidente Colaninno a mettere una pezza. La fusione «può essere un pensiero di Sabelli. Non è condiviso dagli azionisti». Punto e basta. Il messaggio è così chiaro e netto che dopo qualche ora, sempre il 2 novembre, torna sull’argomento lo stesso Sabelli spiegando che «l’assetto azionario della società è una prerogativa esclusiva e insindacabile degli azionisti e non è attuale, per almeno due-tre anni».
Questione chiusa? Macché. A riaprirla, sorprendentemente, è proprio Colaninno. A domanda precisa dei cronisti sulla possibilità di una fusione il presidente delle compagnia risponde: «Nella vita non si esclude mai niente».

L’ipotesi delle nozze, al di là del balletto di dichiarazioni francamente poco comprensibile, resta in ogni caso uno degli sbocchi concreti della compagnia. Qualche settimana fa è stato lo stesso ad di Air France-Klm, Pierre-Henry Gourgeon, a definire l’ipotesi una prospettiva «ragionevole» che «corrisponde allo spirito iniziale degli accordi con Alitalia». Difficilmente qualcosa si muoverà prima del gennaio 2013, quando scadrà il divieto per i soci italiani di cedere azioni ai francesi. Ma le due società si sono già portate avanti. Sul piano societario Air France è azionista con il 25%. Su quello industriale la compagnia italiana e quella francese stanno già sviluppando tutte le sinergie possibili all’interno della joint venture transatlantica avviata qualche mese fa con Delta Airlines e, chiaramente, all’interno della più grande alleanza Sky Team.
Su quest’ultimo fronte ieri è stato fatto il primo passo per allargare il circuito di compagnie aeree anche all’India attraverso un accordo di code sharing tra Alitalia e la compagnia Jet Airways. Per ora si tratta di stringere una collaborazione sui voli diretti che, dal 5 dicembre, collegheranno tutti i giorni Milano Malpensa a New Delhi. Ma l’obiettivo dichiarato è quello di sviluppare un partenariato più stretto tra l’operatore indiano e tutta l’alleanza Sky Team. I francesi si sono già detti interessati all’operazione.
Per quanto riguarda l’Italia, l’annuncio di ieri è stata l’occasione per ribadire l’attenzione verso lo scalo milanese da parte di Alitalia. «La nostra strategia», ha spiegato Colaninno di fronte all’ad di Sea, Giuseppe Bonomi, «non è quella di scappare da Malpensa, ma di costruire solide e concrete basi per garantire in futuro la stabilità». Il punto di partenza potrebbe essere quello di chiudere il vecchio contenzioso tra AirOne (oggi Alitalia) e gli aeroporti di Milano. «Sea ha un diritto di credito da vantare sui mancati pagamenti per i servizi alla compagnia aerea», ha spiegato Bonomi, «ma le parti sono ancora lontane». 

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