venerdì 12 novembre 2010

Salta la tregua sulla banda ultra larga. Aumenti unbundling troppo “generosi” per Telecom

Il pallino sulla fibra ottica, avevamo scritto, è in mano all’authority. E ieri l’authority è scesa in campo, con una decisione che è piombata come un macigno sulla tregua faticosamente raggiunta dal ministro dello Sviluppo, Paolo Romani. All’indomani della l’intesa sulla società per realizzare le infrastrutture passive della banda ultra larga, l’Agcom ha infatti emesso il tanto atteso verdetto sugli aumenti dell’umbundling (il canone pagato a Telecom per l’affitto della rete) scatenando la furia degli operatori alternativi. In un comunicato congiunto Fastweb, Wind, Vodafone e Tiscali si dicono addirittura pronti ad «avviare le opportune azioni nelle sedi competenti» non appena saranno conosciute le motivazioni del provvedimento. Sull’incremento tariffario deciso dall’Agcom era arrivato qualche settimana fa lo stop della Commissione Ue, che aveva invitato l’authority a ricalcolare gli aumenti considerati troppo “generosi” per l’ex monopolista. Ebbene, per il 2010 il valore resta fissato a 8,70 euro al mese. Per il 2011 lo sconto porta il canone da 9,14 a 9,02, mentre per il 2012 si passa  da 9,48 a 9,28. L’ad di Telecom si è detto «stupito» per la decurtazione, ma ha comunque incassato gli aumenti definendo «positiva» la chiusura della pratica. Per i piccoli Corrado Calabrò si sarebbe invece fatto beffe non solo delle loro obiezioni, ma anche di quelle di Bruxelles. Di sicuro, come annunciato più volte dagli stessi operatori alternativi, la decisione peserà sugli accordi per la rete veloce di nuova generazione la cui strada, ora, appare tutta in salita. 

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