sabato 6 aprile 2013

La stangata di Natale: Tares, Iva e più Imu. Fisco record al 52%

Che le tasse fossero aumentate lo avevamo capito un po’ tutti. Soprattutto quando, alla fine dello scorso anno, siamo stati costretti a girare la nostra tredicesima quasi per intero nelle casse del fisco. Ma la percentuale snocciolata ieri dall’Istat era difficile da immaginare.

 Nel quarto trimestre del 2012 la pressione fiscale ha raggiunto il livello monstre del 52%. Il che significa, considerato il sommerso, che gli italiani hanno dovuto versare all’erario una quota superiore al 60% dei redditi. Si tratta di un record assoluto. Provocato, inutile dirlo, dalla concentrazione negli ultimi mesi dell’anno dalla raffica devastante di tasse introdotta dal governo Monti per far quadrare i conti. A pesare di più sulle tasche degli italiani è stata l’ultima rata dell’Imu, che da sola, grazie al conguaglio finale con le aliquote maggiorate dai Comuni, ha prodotto un flusso di risorse verso il ministero dell’Economia di 13,5 miliardi costituendo la quasi totalità dell’avanzo di 14,1 miliardi registrato a dicembre dal settore statale.

Complessivamente, la bomba natalizia si è aggiunta agli altri balzelli disseminati durante tutto il 2012 e ha portato la pressione fiscale totale al 44%, l’1,4% in più rispetto al 2011.  Ma le cattive notizie non sono affatto finite. Tutto infatti lascia prevedere che il 2013 sarà ancora peggio. E la mazzata arriverà, ancora una volta, sotto Natale, giusto in tempo per mangiarsi tutta la tredicesima. Oltre all’Iva, che senza interventi legislativi, balzerà dal 21 al 22% il prossimo luglio, il peso maggiore arriverà dalla tassazione sulla casa, in barba alle promesse elettorali di tutte le formazione politiche, che prevedevano la riduzione o l’abolizione delle patrimoniali sulle abitazioni.
La novità del 2013 sarà la Tares, che, tanto per essere chiari, peserà più dell’Imu sulla prima casa. Il balzello si inizierà a pagare a maggio in tre rate (maggio, settembre e dicembre) e in media costerà ai contribuenti 305 euro a fronte dei 225 euro medi dell’imposta sull’abitazione. Secondo uno studio della Uil per le famiglie la nuova tassa sui rifiuti porterà aumenti medi di circa 80 euro rispetto ai 225 euro medi pagati nel 2012 con la vecchia Tarsu o Tia. L’aumento si aggiunge a quello già verificatosi rispetto al 2011 (+ 2,4%) e agli ultimi 5 anni (+ 14,3%). Se per le famiglie l’aumento medio della Tares sarà del 37,5%, il gettito complessivo dei Comuni e dello Stato crescerà del 23,8%, passando da 7,6 miliardi del 2012, 9,4 miliardi di quest’anno.

La stangata sulla casa, tra Imu (abitazione principale e altri immobili) e Tares, dunque, peserà quest’anno 916 euro medi, mentre il gettito complessivo ammonterà a 33,1 miliardi. In questo scenario, la trovata del governo di posticipare a dicembre la maggiorazione della parte dei servizi indivisibili dei Comuni (30 centesimi al mq per tutti che possono diventare 40 centesimi), non farà che rendere devastante l’ingorgo fiscale. Alla fine dell’anno, infatti, spiega il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, tra saldo Tares e Imu (abitazione principale e altri immobili), il peso per le famiglie sarà di oltre 14,7 miliardi (11,8 miliardi Imu e 3,9 miliardi Tares). Per le famiglie, il saldo di fine anno significherà un esborso medio pro capite di 426 euro, che si aggiungono ai 490 euro pagati nel corso dell’anno, con gli anticipi.
Il tutto ad invarianza di aliquote. E qui potrebbe arrivare un’altra spiacevole sorpresa. In base alla manovra salva Italia, infatti, comuni dovrebbero approvare le aliquote Imu entro il 23 aprile. La legge di stabilità ha però rinviato al 30 giugno l’approvazione dei bilanci preventivi. In tutto questo, mancano ancora i dati definitivi del gettito 2012 ad aliquote standard, necessari per determinare le risorse da versare o ricevere nel fondo di solidarietà per il 2013. Il rischio più che concreto è che, per non sbagliare e prevenire brutte sorprese, considerato il caos, i comuni alzino ulteriormente l’Imu, sferrando il colpo finale ai contribuenti.

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