giovedì 4 aprile 2013

Pasticcio anche sulla Tares

Tares, Iva, cassa integrazione, esodati. Il governo uscente naviga a vista, senza avere la minima idea di che direzione prendere. E a farne le spese, inutile dirlo, saranno famiglie e imprese. Il pasticcio del giorno si chiama tassa sui rifiuti. Dopo aver introdotto il nuovo balzello e tergiversato da settimane, ieri il governo ha deciso di intervenire alla cieca, mantenendo vivo il pagamento dell'imposta che dovrà sostituire Tarsu e Tia con tre scadenze annuali (maggio, settembre, dicembre), ma rinviando l'aumento di 30 centesimi a metro quadro all'ultima rata.


La notizia, comunicata durante un incontro tra Comuni ed esecutivo, è stata accolta con generale entusiasmo. «Non avremo il problema di liquidità e di rifiuti per strada, come avevamo denunciato», ha esultato il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, «perché il governo ha accettato di applicare la Tares solo all'ultima quota novembre-dicembre dove sarà presente la sovrattassa che lo Stato incassa». Addirittura raggiante Paolo Gentiloni, il “renziano” candidato alle primarie del centrosinistra per il Comune di Roma: «Evviva! Ringrazio la presidente Boldrini, l'Anci e i colleghi parlamentari che con me da giorni si sono battuti per questo risultato».

Che la saga sia finita è tutto da vedere. La discussione sulla Tares è stata calendarizzata al Senato per la seduta del 9 aprile e non sono esclusi ulteriori cambi in corsa. Stando, comunque, all'accordo raggiunto ieri tra sindaci e governo, il risultato è chiaro come il sole: a dicembre gli italiani si troveranno a dover pagare, oltre ai consueti acconti fiscali, anche l'ultima rata dell'Imu e l'ultima della Tares con relativo aumento. In altre parole, possiamo dire addio alla tredicesima anche per il 2013. Come spiega Confcommercio, «lo spostamento dell'aumento della nuova tassa sui rifiuti è una buona notizia, ma non basta. Occorre aprire un tavolo tecnico di lavoro con il compito di ridefinire la struttura complessiva del sistema tariffario e di individuare nuovi coefficienti». Stando così le cose, infatti, l'applicazione della Tares per le imprese comporterà un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%, come per la ristorazione, o addirittura al 600%, come per l'ortofrutta e le discoteche».

Ma il caos è totale su molti fronti. A luglio, ad esempio, scatterà il devastante aumento dell'Iva dal 21 al 22%. Questione urgentissima di cui, però, nessuno si sta occupando, se non a parole. Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha infatti ribadito ieri che «i margini per evitare un aumento dell'Iva ci sono», ma «servono una strategia economia di lungo termine e la volontà politica per farlo». Nel frattempo, nessuno sa, dopo le decine di annunci, a che punto sia la pratica dei trattamenti previdenziali da erogare agli esodati rimasti incastrati nella riforma Fornero. L'Inps sta infatti ancora ultimando i controlli e dopo l'invio delle prime comunicazioni alla prima tranche di salvaguardati, sembra che ancora non sia stata sbloccata definitivamente alcuna posizione.

Tempo scaduto anche per la Cassa integrazione in deroga. Dopo i numerosi allarmi di diverse Regioni a secco con i fondi per l'erogazione dei trattamenti, ieri il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha ripartito tra i territori la tranche, già prevista, di 250 milioni. Cifra ancora lontana dalla copertura totale del fabbisogno, considerato che il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, aveva parlato della necessità di reperire almeno 900 milioni. Anche la stessa Fornero qualche giorno fa aveva ammesso che «il nuovo Parlamento dovrà trovare altre risorse».

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