Silvio Berlusconi ci ha costruito sopra la campagna elettorale facendo infuriare gli avversari. Ma ora c’è chi l’Imu la sta rimborsando davvero. Tra errori, sviste e complicazioni burocratiche non sono pochi gli italiani che hanno pagato più del dovuto. E alcuni Comuni hanno già avviato le pratiche della restituzione.
È il caso di Vicenza, dove l’amministrazione è stata sommersa da 519 richieste, per un valore complessivo di 75mila euro, che ora il Comune dice di essere pronto a rimborsare. «Si tratta», spiegano dagli uffici delle entrate, «di cittadini che hanno sbagliato a calcolare l’importo o che hanno fatto confusione sulle aliquote stabilite dal Comune». Ma Vicenza non è l’unica. Le richieste sono arrivate un po’ dappertutto. E gli enti locali più solerti si stanno dando da fare. Anche quelli più piccoli. Il Comune di Pontassieve, in provincia di Firenze, ad esempio, ha fatto sapere che rimborserà 28 famiglie e 15 imprese. Secondo i calcoli stimati ad ognuno dei 43 contribuenti saranno resi mediamente 400 euro. Diversa la scelta di Tolentino, in provincia di Macerata, che ha deciso di destinare un rimborso ai soggetti svantaggiati. Sul piatto ci sono 25mila euro, che saranno distribuiti sulla base di un bando pubblicato lo scorso gennaio.
Restituzione solidale è anche quella di Prato, dove la giunta ha deciso di stanziare 200mila euro per le famiglie più in difficoltà. Ai circa mille contribuenti che rientrano nell’iniziativa saranno restituiti dai 150 ai 200 euro.
Sulle stessa linea la giunta sarda di Ugo Cappellacci, che ha varato un pacchetto antipovertà di circa 100 milioni. Per quanto riguarda l’Imu, il governatore intende restituire il balzello a tutte quelle famiglie, stimate in 130mila, che hanno tanti figli ed un modesto Isee, ossia che tra stipendi e proprietà non vanno oltre i 20mila euro di redditi annui.
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