A tre anni di distanza si è finalmente chiusa l’operazione case fantasma. I numeri sono strabilianti: oltre 1,2 milioni di unità immobiliari sconosciute al fisco su 2,2 milioni di particelle del Catasto terreni passate al setaccio. Per una volta, però, le cifre corrispondono alle stime iniziali. Padre del progetto per l’emersione dei fabbricati non censiti è nientemeno che l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che nel giugno 2010 aveva previsto nella manovra finanziaria la presenza di 1,3 milioni di potenziali case fantasma, per una rendita complessiva di 627 milioni di euro mai assoggettata a tassazione.
Un bottino che il tributarista di Sondrio aveva deciso di aggredire prima in maniera bonaria, attraverso un contestato mini condono per favorire l’emersione spontanea, poi con le maniera forti, con accertamenti coatti e rendite attribuite d’ufficio.
L’adesione volontaria con lo sconto sulle sanzioni, per quanto contestata duramente dall’allora opposizione di centrosinistra, è stata prorogata in diverse forme fino a poco fa. In base al decreto legge fiscale 16/2012 varato dal governo Monti, infatti, per le unità immobiliari a cui è stata attribuita la rendita presunta è stato fissato il termine per il ravvedimento al 2 aprile 2013. Poi, sono scattati i controlli a tappeto e le attribuzioni forzate dei valori.
Il risultato finale è che sugli 1,2 milioni di immobili 769mila hanno ora una regolare rendita, definita e accertata dal proprietario. Per altri 492mila immobili, invece, il valore è ancora provvisorio. La somma delle rendite catastali che sono state associate agli immobili accertati e registrati nelle proprie banche dati ammonta a 825 milioni di euro. Di questi, 537 milioni di euro riguardano i valori accettati dal proprietario, mentre 288 milioni di euro sono quelli presunte derivanti dalle rendite attribuite d’ufficio.
La partita chiusa dal fisco non è da poco. Tremonti aveva stimato prudenzialmente l’impatto sull’erario in 183 milioni nel 2011 e 104 nel 2012 e 2013. Le cifre, in questo caso, sembrano ben più grandi delle previsioni. Uno scostamento dovuto principalmente all’inasprimento del regime fiscale introdotto con l’Imu.
L’intera operazione case fantasma potrà generare, nel caso in cui anche le rendite presunte fossero confermate, un maggior gettito complessivo quantificabile dal Dipartimento delle Finanze in circa 589 milioni di euro, di cui circa 444 milioni di euro ai fini Imu, circa 137 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi (Irpef e «cedolare secca») e circa 7,5 milioni di euro ai fini dell’imposta di registro sui canoni di locazione.
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