Un giochino delle tre carte, ma senza troppa destrezza. Al di là degli annunci e delle promesse, lo scenario che si va prefigurando sulla tassazione degli immobili è quello di un’ulteriore stretta fiscale per i contribuenti. Il governo punta sull’inevitabile difficoltà per i cittadini di seguire il filo di una serie di balzelli che cambiano nome, si spostano e si ridimensionano. Ma i conti reali sono più semplici di quello che sembrano. Per scoprire la truffa della service tax, su cui nella legge di stabilità sarà incardinato il cosiddetto superamento dell’Imu sulla prima casa, basta non perdere mai di vista il gettito complessivo, che in mancanza di interventi di spesa dovrà necessariamente essere riproposto. Tenendo conto delle maggiorazioni derivanti dalle aliquote fissate dai Comuni, l’incasso totale dell’imposta sulla casa è ammontato nel 2012 a 23,7 miliardi, di cui 4 per la prima casa. Più complicato calcolare il gettito Tares, che per ora, non essendo mai stata applicata, può essere solo stimato.
Secondo le minuziose analisi effettuate dalla Uil servizi territoriali, l’imposta porterà quest’anno nelle casse pubbliche 9,9 miliardi di euro, rispetto ai 7,6 miliardi pagati per la tassa sui rifiuti (Tarsu/Tia) nel 2012, un rincaro medio di 66 euro a famiglia. L’esborso aggiuntivo è dovuto per 1,2 miliardi alla maggiorazione per i servizi indivisibili dei Comuni di 30 centesimi al metroquadro, che i sindaci potranno far arrivare fino a 40. Il resto, dal fatto che da quest’anno il balzello dovrà coprire tutto il costo del servizio di smaltimento dei rifiuti e non solo una parte, come avveniva lo scorso anno (il resto veniva recuperato dalla fiscalità generale degli enti locali). Già dietro queste cifre c’è la prima beffa per il contribuente. Da una comparazione effettuata dalla Uil in 36 città capoluogo emerge infatti che la Tares, grazie ad un aumento del 66% rispetto alla vecchia tassa sui rifiuti, quest’anno sarà più pesante dell’Imu. A livello nazionale, a fronte dei 225 euro medi dell’imposta sulla prima casa bisognerà pagare 305 euro di Tares. Nel dettaglio, sui 36 capoluoghi che hanno già deliberato le tariffe, la nuova tassa sarà più cara in 26 comuni. Mentre negli altri sarà più o meno allineata.
E non è finita. A questo punto si arriva, infatti, alla service tax, che secondo gli slogan circolati finora si ripromette di sostituire e incorporare sia l’Imu sulla prima casa sia la Tares. In realtà, il nuovo balzello andrà a sostituire solo la maggiorazione Tares introdotta nel 2013, ovvero un miliardo di gettito. E l’obiettivo di coprire l’incasso dell’Imu sarà ottenuto alzando l’attuale tariffa. Nel documento diffuso ad agosto dal Tesoro sulle ipotesi di riforma della tassazione degli immobili la simulazione parla di un’aliquota dello 0,2% come livello necessario per ottenere i 4 miliardi di gettito perso con l’abolizione dell’Imu, la cui compensazione per il bilancio dello Stato ieri è stata chiesta a gran voce dall’Fmi.
Il conto, in assenza di interventi di spesa che riducano l’impegno per i contribuenti, è presto fatto. Nel 2014 avremo circa 20 miliardi di Imu sugli altri fabbricati, a cui si aggiungono 9 miliardi di tassa sui rifiuti (senza maggiorazione Tares) e una bella service tax da circa 4 miliardi. Si tratterebbe di circa 33 miliardi, ovvero 3 miliardi in più rispetto a quest’anno. Extragettito pesante per le tasche dei contribuenti, ma fittizio per il Tesoro, considerato che si tratta di 2 miliardi in meno rispetto al 2012, quando è stata incardinata la manovra per il pareggio di bilancio. I soldi mancanti saranno recuperati in parte dalla stangata sulle polizze vita (dimezzamento della detrazione dal prossimo anno), che è l’unica copertura strutturale del decreto Imu e porterà a regime circa 500 milioni in più l’anno. Quanto alla spalmatura sulle famiglie dei costi dell’abolizione dell’Imu è ancora la Uil a venirci in aiuto. L’ufficio studi dei servizi territoriali ha infatti calcolato la differenza tra 2012 e 2014, tenendo conto della somma di nuova service tax e tariffa rifuti, che complessivamente costerà ai contribuenti in media 396 euro. Per le prime case ci sarà uno sconto di soli 54 euro. A fronte però di rincari folli per le altre abitazioni e di aumenti anche per gli inquilini, che l’Imu, finora, a differenza della nuova service tax, non l’hanno mai pagata.
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