mercoledì 28 agosto 2013

Il Pd prova fino all'ultimo a farci pagare la tassa sulla casa

Vertici a ripetizione e trattative febbrili che proseguiranno, con tutta probabilità, fino all’ultimo minuto utile. È una vigilia carica di tensione quella del Cdm che dovrebbe sciogliere una volta per tutte l’intricato nodo dell’Imu, che ha tenuto il governo e gli italiani sulla graticola per tutta l’estate. La soluzione, stando ad alcune indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi, sarebbe a portata di mano. Renato Brunetta scommette sul lieto fine. «Sono ottimista», dice il capogruppo alla Camera del Pdl, che ha passato con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni gran parte della giornata, «ma servono soldi, bisogna trovare oltre 4 miliardi di euro. Stiamo ancora lavorando». Anche il ministro delle Riforme è convinto che il provvedimento arriverà in porto. «Un’altra notte di lavoro e l’obiettivo sarà raggiunto», dice Gaetano Quagliarello, spiegando che c’è la «volontà» di tutti di trovare una soluzione.

 Eppure, fino a tarda sera di passi avanti se ne sono visti pochini. Anzi, dal Pd è arrivata addirittura una frenata, con Guglielmo Epifani che a poche ore dal Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio ha voluto tirare ulteriormente la corda. «Non accettiamo ultimatum. È anche interesse nostro riformare l’Imu, ma non c’è solo l’Imu», ha detto il segretario del Pd. Posizione che è stata espressa al termine al termine del summit di ieri mattina con i vertici del partito e tutti i ministri del Pd in cui si è ribadito il concetto che la tassa sugli immobili fa rivista attraverso «soluzioni eque» che comprendano anche «una riforma federalista delle imposte locali e sui rifiuti». Il che significa il via libera alla cosiddetta service tax che accorpi Imu e Tares, soluzione su cui sembrano esserci ampie convergenze.

Ma l’ipotesi riguarda il 2014. Resta da capire come risolvere il problema dell’anno in corso. Le uniche certezze, per ora, sono le promesse incassate dai sindaci. Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con la delegazione dell’Anci guidata da Piero Fassino il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, si sarebbe impegnato a garantire in ogni caso ai sindaci l’intera copertura dell’Imu per il 2013, aggiungendo anche che già sono state individuati i 2,6 miliardi per finanziare l’abolizione della prima rata. Per il resto si naviga a vista. Il vertice tenutosi in mattinata tra Brunetta, il vicepremier Angelino Alfano e Saccomanni è stato definito «costruttivo», ma non ha prodotto grandi risultati. In serata si è tenuto un nuovo vertice a sei. Oltre ad Alfano, Brunetta e Saccomanni sono intervenuti anche i ministri Maurizio Lupi e Alberto Franceschini, oltre allo stesso premier Enrico Letta. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto trapelare un «ragionevole ottimismo» e progressi «positivi» nel tentativo di intrecciare le ragioni tecniche a quelle politiche.

La quadra, però, ancora non c’è, anche se Brunetta ha assicurato in serata che si «sta trovando» e che le coperture «saranno chiare, nette e credibili». L’ipotesi a cui si sta lavorando per alleggerire la somma di 4 miliardi che servirebbe per l’abolizione totale chiesta dal Pdl riguarda la ridefinizione dei parametri per identificare gli immobili di pregio già esclusi dalla sospensione della prima rata. Un modo, questo, che permetterebbe di avvicinarsi anche alle posizioni del Pd, che insiste sull’esenzione solo per le fasce meno abbienti. Ma anche in questo caso mancano ancora all’appello le risorse sufficienti. Malgrado l’idea circoli con una certa insistenza, sembra escluso il ricorso ad un aumento delle accise su sigarette e giochi. Ipotesi smentita ieri anche da diversi esponenti di governo. Una fetta importante, oltre un miliardo di euro, arriverà invece dall’Iva fatturata per i 10 nuovi miliardi di rimborsi di debiti Pa. E, sembra, da una nuova operazione di spending review.
In mancanza di accordi definitivi, però, c’è spazio anche per il piano B. Ovvero l’ipotesi di cancellare per il momento solo la prima rata e rinviare alla legge di Stabilità il modo per affrontare lo scoglio seconda tranche, con l’introduzione della service tax. In questo maniera si potrebbero forse trovare le risorse per Iva, Cig ed esodati, su cui il Pd ieri ha puntato i piedi.

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