martedì 22 giugno 2010

Tremonti mette una pezza al pasticcio PdL sul condono

Per casa e fisco niente condoni. Lo ha chiarito Paolo Bonaiuti, lo ha ribadito il sottosegretario all’Economia Luigi casero e lo ha confermato in serata Giulio Tremonti.
Un errore, una furbata, una svista? Difficile dirlo. Sta di fatto che nelle centinaia di pagine dei faldoni piombati ieri in commissione Bilancio c’erano anche gli emendamenti galeotti. Le firme sono sempre le stesse. Si tratta dei senatori del Pdl Paolo tancredi, Cosimo Latronico e Gilberto Pichetto Fratin. Il primo prevede la riapertura dei termini del condono edilizio del 2003 per gli abusi, anche compiuti nelle aree sottoposte a vincoli paesaggistici, realizzati fino al 31 marzo 2010. Il secondo è invece relativo alla riapertura dei termini per il condono fiscale del 2002, per le violazioni commesse fino al 31 dicembre 2008.
Le ipotesi sono durate lo spazio di pochi minuti. «L’emendamento non sarà sostenuto certo dal capogruppo Gasparri né dal governo», ha  tuonato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Bonaiuti. Immediatamente seguito dal sottosegretario Casero, che ha ribadito la contrarietà ufficiale del Tesoro a qualsiasi ipotesi di condono. In serata è intervenuto anche il ministro. «Mi riconosco», ha detto Tremonti, «nelle parole dell’onorevole Casero».
Nel frattempo, a dimostrazione del pasticciaccio, sono arrivate anche le scuse del primo firmatario, che ha preso le distanze dall’emendamento dando la colpa al caos e alla fretta che ogni volta caratterizzano la presentazione delle proposte emendamenti. «Ne abbiamo firmati a centinaia», dice Tancredi, assicurando che i testi saranno ritirati.
L’opposizione, ovviamente, si è lanciata all’assalto. «Immorale», «dannoso», «da barbari», sono solo alcune delle accuse partite a raffica da Pd, Idv e Udc.
Ma ad infierire sul passo falso del Pdl ci sono anche i finiani «Non solo questi emendamenti vanno bocciati», ha criticato il deputato Fabio Granata, «ma i loro firmatari dovrebbero essere ufficialmente richiamati dai vertici del PdL». È gravissimo, ha proseguito, che in Parlamento esistano ancora sostenitori di nuove ipotesi di condono edilizio e che puntualmente ad ogni finanziaria riemergano tentativi di colpi di mano attraverso emendamenti al testo». Gli ha fatto eco Gianmario Mariniello, direttore dell’associazione voluta da Gianfranco Fini, Generazione Italia. «Il condono è una malattia tutta italiana», ha scritto sul sito, «una scorciatoia per sanare, con un piccolo comma, illegalità gigantesche. È un premio ai furbi, è diseducativo, è moralmente raccapricciante, è socialmente devastante».

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