Si è chiusa con un rinvio al 23 giugno la prima udienza arbitrale tra Unicredit e Italpetroli per gettare le basi di un’intesa che metta fine alla battaglia legale sul rientro dei crediti per oltre 325 milioni vantati dalla banca nei confronti della holding della famiglia Sensi, di cui Unicredit è socio al 49%. All’udienza, durata oltre due ore, non ha preso parte Rosella Sensi. A rappresentare Italpetroli c’erano i legali Agostino Gambino e Antonio Conte. Per Unicredit era presente l’avvocato Francesco Carbonetti. Al termine dell’udienza, il presidente del collegio arbitrale Cesare Ruperto, affiancato da Romano vaccarella ed Enrico Gabrielli, ha deciso il rinvio fissando la prossima udienza per tentare la conciliazione alle ore 12 del 23 giugno.
L’auspicio di Gambino è che, «da ambo le parti, si possa raggiungere un accordo di conciliazione». In realtà, il clima sembra tutt’altro che sereno. All’istituto di credito guidato da Alessandro Profumo non è infatti piaciuto il dito puntato della Sensi sulla “fuga” di notizie relativa alla situazione patrimoniale del gruppo.
In un comunicato di fuoco UniCredit ha smentito «le gravi insinuazioni contenute nel comunicato stampa diffuso al mercato da Italpetroli, che parrebbe attribuire alla stessa Unicredit la paternità di notizie, riferite dalla compagnia come false, apparse sulla stampa». La banca, che «si riserva ogni azione a propria tutela», spiega anche «di non essere a conoscenza del contenuto del progetto di bilancio approvato dalla compagnia Italpetroli né, tantomeno, della posizione assunta dal collegio sindacale e/o dalla società di revisione in relazione al bilancio medesimo».
A scatenare il putifierio alcune notizie di stampa secondo cui il collegio sindacale e la società di revisione avrebbero comunicato ad Italpetroli l’intenzione di non firmare o non certificare il bilancio 2009. Il che, in soldoni, significa che se il gruppo non accetta la ciambella di salvataggio di Unicredit e cede l’As Roma, l’unica prospettiva è il fallimento. Furiosa la reazione della società: «Tali pseudo notizie, la cui origine e la cui finalità sono del tutto chiare, non ci sorprendono, ma comunque ci indignano, poiché ancora una volta, non si è esitato ad aggredire e denigrare un gruppo di imprese sane ed i suoi lavoratori, nonchè una società sportiva, come l’As Roma, che gode di ottima salute, senza alcun rispetto per la passione di milioni di tifosi». Secondo Italpetroli si tratta del «consueto tempismo, questa volta il giorno precedente la prima udienza dell’arbitrato promosso da Italpetroli per l’accertamento dell’illegittimità del recesso di Unicredit dall'accordo stipulato nel 2008, la condanna della banca al risarcimento dei danni per almeno 50 milioni di euro e la declaratoria di riduzione delle pretese della banca stessa, anche per anatocismo, per circa 80 milioni» nella diffusione, delle «solite false notizie, che ormai circolano da almeno un anno».
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