lunedì 28 giugno 2010

Anche Zaia se la prende con i tagli di Tremonti

Ci sarà la fiducia, anzi no. Forse. A gettare un po’ di confusione sulla manovra ieri ci ha pensato Maurizio Saia. «Tutto dovrà trovare sintesi in un maxiemendamento su cui inevitabilmente sarà posta la fiducia in aula». Così avrebbe detto il senatore della commissione Bilancio rispondendo ad alcuni cronisti sull’iter della Finanziaria. Poco dopo la smentita. «Non ho mai parlato di fiducia», precisa Saia in una nota. Ma poi aggiunge: «È chiaro che se i tempi subiranno una dilatazione, come sta già avvenendo, spetterà alla Camera decidere il da farsi». Per quanto riguarda l’ipotesi della presentazione di un maxiemendamento, Saia spiega che «la possibilità potrebbe verificarsi in commissione sulla base della convergenza che tra maggioranza ed opposizione si sta registrando su vari punti».
Di sicuro, per ora, c’è che l’approdo nell’aula di Palazzo Madama non sarà più il primo luglio. L’appuntamento è slittato al 6 luglio, mentre il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per per il 5 alle 14.
Nessuna accelerazione, del resto, è arrivata dall’incontro tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i senatori del PdL per sciogliere i nodi della manovra. Il titolare di via XX settembre ha ricevuto al ministero il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, il presidente e il vice del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello e il capogruppo in commissione Saia. Nel corso dell’incontro non si è andato oltre un primo screening. Solo la settimana prossima, tra martedì e mercoledì, ci sarà un’analisi più approfondita.
Anche ieri ha tenuto banco la durissima protesta delle regioni. Mercoledì prossimo, nel pomeriggio, ci sarà un incontro tra regioni, comuni, province e comunità montane proprio per mettere a punto una piattaforma comune sulla manovra. I governatori sembrano comunque intenzionati ad andare fino in fondo. Intanto pure il leghista Luca Zaia, inizialmente più attento a non incrinare i rapporti tra il Carroccio e Tremonti, è tornato all’attacco. «Le Regioni saranno costrette a restituire tutta una serie di competenze se la manovrà confermerà i tagli nei loro confronti», ha tuonato il governatore del Veneto a margine dell’assemblea degli industriali di Treviso. La Regione guidata da Zaia su un bilancio di 1.671 milioni di euro ha un taglio di oltre 350 milioni. Il che significa, ha spiegato il presidente, «che dobbiamo dire ai veneti che dal 2011 noi non abbiamo più risorse per far fronte a quella che è ritenuta la spesa discrezionale. Spese non superflue ma funzionali al rilancio dell’economia».
In tempo reale la replica di Maurizio Sacconi, anche lui presente a Treviso. «Il governo», ha detto il ministro del Welfare, «ha dimostrato disponibilità al dialogo e noto qualche volta un atteggiamento un po’ politicizzato nella polemica. Da parte delle regioni non ho ancora visto piani industriali di razionalizzazione». «Le regioni fanno già la loro parte», ha ribattutto Zaia.
Anche Roberto Formigoni contesta la lettura ideologica. «La nostra», ha detto dai microfoni di Repubblica tv, «non è una contrapposizione preconcetta, ma nasce dalla volontà di scrivere insieme una manovra, che è indispensabile, ma carica tutto sulle Regioni». Il governatore della Lombardia ha rilanciato la proposta di una commissione mista col governo per verificare i costi e individuare gli sprechi.
Nell’attesa Vasco Errani ha scritto al ministro Raffaele Fitto chiedendo la convocazione di una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Regioni. Scontato l’ordine del giorno: la restituzione delle deleghe previste dalla Bassanini annunciata giovedì dai governatori.

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