sabato 5 giugno 2010

Altri buchi in banca, altro venerdì nero

 Torna il panico in Borsa. Dopo un’apertura in rialzo, Piazza Affari ha repentinamente virato al ribasso verso le 12, trascinata dai titoli bancari che hanno iniziato a scivolare in tutta Europa. Nella bufera generale Milano è stata una tra le piazze peggiori con l’Ftse Mib a -3,7% e l’All Share a -3,6%.
A innescare le vendite ci hanno pensato, in prima battuta, le voci relative a forti perdite sui derivati per il colosso del credito Société Generale. Dal quartiere generale della banca francese non è arrivato alcun commento ufficiale. Ci sarebbe stato un tentativo di contattare direttamente gli analisti, che però non è servito a far crollare il titolo alla Borsa di Parigi del 7,58%. Hanno chiuso in forte calo anche le spagnole Bbva (-6,84%) e Santander (-5,78%), penalizzate dal downgrade di Morgan Stanley, mentre Hsbc in una nota ha abbassato il giudizio sull’Europa, ad eccezione del Regno Unito, da neutral a underweight spiegando che restano troppe incertezze sulla salute delle banche, sulla condizione futura dell’euro, sul debito sovrano e sulla crescita per essere disposti in questo momento ad assumersi dei rischi in queste regioni.
Male pure gli istituti di credito austriaci come Raiffesen (-10,5%) e Erste group (-7,6%), con la Borsa di Vienna che ha chiuso a -4,1% per la forte esposizione delle banche nei confronti dell’Ungheria. Ed è qui l’altra miccia della giornata. Ieri il portavoce del premier ungherese ha infatti detto che il paese si trova «in una situazione molto grave» a causa delle «manipolazioni» a livello di statistiche nazionali e alle «bugie» del precedente governo. Risultato: giù del 3,34% la borsa ungherese, del 5% il listino di Atene e del 3,8% Madrid. Parigi ha segnato -2,86%, Francoforte -1,91% e Londra -1,63%.
La situazione dei mercati è peggiorata ulteriormente dopo la pubblicazione del dato Usa sull’occupazione, che ha deluso le attese, mostrando una creazione di posti di lavoro in misura nettamente inferiore alle stime. Milano ha risentito fortemente del calo delle banche, visto il peso rilevante dei finanziari sul paniere principale. Intesa Sanpaolo ha perso il 6,10%, Unicredit il 5,68%, Ubi banca il 5,65%, Bpm il 5,28% e il banco Popolare il 5,09%. L’unico titolo positivo sull’Ftse Mib è stato St (+0,46%), che ha beneficiato dei giudizi positivi degli analisti, all’indomani dell’incontro annuale con gli investitori a Londra.
I timori si sono immediatamente ripercossi sui rendimenti dei Credit default swap (i titoli che assicurano contro il rischio di insolvenza) dei vari paesi e sui differenziali dei titoli decennali di Stato. Il Cds a 5 anni dell’Italia si è ampliato fino a 290 punti base dai 237 di giovedì mentre lo spread sui decennali contro i Bund è salito a 170 punti base, ai massimi da inizio 2009. Il Cds della Francia è salito a 104 da 84 punti base e lo spread dei decennali si è allargato a 44 punti base dai 36 dell’altroieri. Il Cds della Spagna è salito a 320 pb da 258 mentre lo spread dei decennali rispetto al Bund tedesco viaggia sui 199 pb. Su anche i Cds della Grecia, balzati da 762 a 790 punti. Mentre in Ungheria sono saliti a 430 punti base, ai massimi dal luglio 2009, con un balzo settimanale di 180 punti.
Il terremoto europeo e i cattivi dati sul lavoro Usa si sono abbattuti anche sulle contrattazioni di Wall Street, in calo sin dalle battute iniziali. Il Dow Jones, in serata, perde il 2,03%, con American Express che arretra del 2,6%, General Electric del 2,5% e Microsoft del 2,4%. Il Nasdaq cede l’1,72%. L’S&P 500 arretra dell’1,91% a 1.081,67 punti. La fotografia scattata dal Dipartimento del Lavoro ha messo in evidenza la creazione di 431mila posti di lavoro in maggio con un tasso di disoccupazione sceso al 9,7%. Gli analisti si aspettavano qualcosa di più. Anche perché dei posti di lavoro guadagnati 390mila sono riconducibili al governo mentre solo 40mila al settore privato.

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