giovedì 10 giugno 2010

I deputati romani prendono i soldi... per stare a Roma

È una delle voci che dovrebbe finire nel mirino della sforbiciata annunciata da Gianfranco Fini e Renato Schifani. Ma per ora se ne sta lì, in tutta la sua assurda incomprensibilità. Si tratta dei 4.003.11 euro al mese netti che ogni parlamentare percepisce per le spese di soggiorno a Roma. Si tratta della famosa diaria. Una delle tante indennità a prezzo fisso che deputati e senatori percepiscono sempre e comunque, anche se a Roma ci abitano, ci vivono, ci sono nati. Come sicuramente capita a molti dei 200 parlamentari cresciuti nella Capitale. L’unico intoppo riguarda le votazioni. Puoi essere nato a Cuneo, a Roma o a Città del Capo, la diaria ti arriva comunque purché ogni tanto ti presenti in Aula a votare. Non sempre, intendiamoci. Basta partecipare al 30% delle votazioni effettuate nell’arco di una giornata per essere considerato presente. Nel caso contrario, l’indennità verrà decurtata di 206,58 euro (a Montecitorio) o di 258,33 euro (a Palazzo Madama). E così per ogni giorno di assenza.
Un piccolo fastidio, che però, stando ai numeri, non sembra così assillante, né così incisivo per le tasche dei parlamentari. Sfogliando i bilanci della Camera si scopre infatti che sul totale dei 30.290.000 euro stanziati per l’ammontare delle diarie da erogare ai 630 deputati, l’effettiva spesa di Montecitorio nel 2008 è stata di 30.267.514. Stesso discorso per Palazzo Madama dove a fronte dei 15.600.000 euro per i 315 senatori più 7 a vita ne sono stati spesi, sempre nel 2008, 15.472.020.
Mancano all’appello 22.486 euro da una parte e 127.979 dall’altra, presumibilmente il frutto delle decurtazioni operate dei severi questori della Camera sui poveri parlamentari. Se così fosse, però, dovremmo vedere ad ogni votazione l’Aula stracolma di persone intente ad esprimere voto su voto, anche sulle questioni più insignificanti o sulle mozioni più sciocche.
In realtà, come ben sanno tutti coloro che frequentano le sale di Montecitorio, ma anche chi di tanto in tanto si guarda una diretta sulla Rai o quei pochi masochisti che seguono con assiduità i canali dedicati sul satellite, la maggior parte delle volte i banchi sono semivuoti.
Chi si è preso la briga di monitorare la situazione ha verificato che in media, tranne le giornate più calde, tra i banchi mancano almeno un centinaio di deputati e lo stesso numero dei senatori. Certo, bisogna considerare le missioni, le malattie, gli impegni di governo e chissà quali altre diavolerie che giustificano le assenze di alcuni parlamentari.
Ma i conti non tornano comunque. Prendendo a riferimento la Camera, la somma tagliata alle indennità di soggiorno dei deputati si ferma sullo 0,7% della somma complessiva. La percentuale dovrebbe avere una qualche corrispondenza con il tasso di assenteismo, altrimenti significa che voto o non voto, la diaria arriva comunque. La trasparenza del sito della Camera, dove abbondano i numeri e le statistiche, ci aiuta ad infittire un altro po’ il giallo. Si scopre infatti che il totale delle presenze dell’Idv, considerando anche le missioni, non supera il 77%. Arriva al 73% la percentuale del gruppo misto e al 75% quella dell’udc. C’è poi l’84% del Pd, l’86% del Pdl e il record della Lega con il 92,7%. Stando a questi numeri il tasso di presenze più missioni, persino quello del Carroccio, è ben al di sotto di quel 99% che risulta dalle decurtazioni effettuate.
Il meccanismo perverso dovrà prima o poi essere cambiato. La cosa bizzarra è che facendo due calcoli si scopre che la soluzione sarebbe a portata di mano, con soddisfazione di tutti e risparmi notevoli per le amministrazioni. Se moltiplichiamo gli oltre 30 milioni di euro che Montecitorio sborsa ogni anno per la diaria arriviamo a 151 milioni. Nell’arco di 4 legislature, che corrisppondono ai classici 20 anni dei mutui immobiliari, i milioni sarebbero 605mila. Se li dividiamo per i 630 deputati otteniamo poco meno di un milione di euro a testa. Non bisogna essere esperti del mercato delle case per sapere che con quella cifra si può comprare un ottimo appartamento in centro.
Ebbene, romani e non romani, a questo punto la Camera poteva offrire case a tutti, investendo denaro in beni che si rivalutano e portano ricchezza. Certo, il parlamentare non si potrà più pagare le vacanze al mare coi soldi dei contribuenti. Ma siamo sicuri che sopravviverebbero anche a questo.

© Libero