mercoledì 23 giugno 2010

L’assalto alla Manovra ora tocca ai Comuni

Mentre Umberto Bossi polemizza com Gianfranco Fini gli sherpa leghisti sono al lavoro per risolvere la grana manovra. La rivolta degli amministratori del Carroccio contro il ministro dell’Economia caro al Senatur sta crando infatti non pochi imbarazzi. La parola d’ordine è ricucire con Giulio Tremonti senza scontentare i governatori e i sindaci del Nord. Il terreno su cui si sta conducendo la trattativa è quello del salvataggio degli enti virtuosi.
La proposta allo studio di Via XX Settembre, che la Lega ha anche tradotto in un emendamento, prevede che le Regioni e le Province che abbiano rispettato il patto di stabilità interno e della Salute nel triennio 2007-2009 e che abbiano uscite pari o inferiori alla media nazionale siano immuni dai tagli previsti dalla manovra. La questione sarà sul tavolo dell’ennesimo vertice che si terrà oggi pomeriggio tra i rappresentanti delle Regioni e i ministri Tremonti, Raffaele Fitto e Roberto Calderoli. La ricetta nordista sembra aver già conquistato il ministro per gli Affari regionali, solitamente paladino delle istanze del Sud. «Le Regioni del Mezzogiorno», ha detto Fitto parlando con i giornalisti, «devono assumersi la responsabilità di scelte di profondo cambiamento. Il principio della virtuosità è un criterio assoluto che non può essere visto male dalle Regioni del Sud».
L’idea non piace per niente al governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi. «L’importante», spiega l’esponente del Pdl, «è che siano premiati i comportamenti virtuosi e non gli enti virtuosi». Per Chiodi «ci sono Regioni che si definiscono virtuose ma in questi anni hanno aumentato il proprio indebitamento, mentre l’Abruzzo, che nel 2007 era la più indebitata, ha ridotto lo stock del debito del 12,5% in un anno e mezzo e non può non essere considerata virtuosa». Diverso il ragionamento di Roberto Formigoni, che tenta di tenere compatto il fronte delle Regioni insistendo sulla contrapposizione centro-periferia. «Esaminando i bilanci dei diversi livelli di governo, quello delle Regioni risulta essere il più virtuoso», spiega il presidente della Lombardia, «avendo diminuito in questi anni l’indebitamento del 6,21% mentre le amministrazioni centrali lo hanno aumentato del 10,87%». Quello che serve è dunque un ribilanciamento dei sacrifici, non uno “scudo” per i virtuosi.
Oggi ai governatori si aggiungono i sindaci, che scenderanno in piazza davanti al Senato, anche loro contro la manovra.
Nella serata di ieri non si è invece riunito, come previsto, il Comitato del PdL incaricato di scremare i 1.100 emendamenti presentati dalla maggioranza. Formalmente erano assenti giustificati capogruppo e vice. La realtà è che si sta prendendo tempo in attesa che il governo definisca i contorni del maxiemendamento.

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