martedì 8 giugno 2010

Emma sposa Tremonti: «Giudici contro il Paese»

Il gelo con Silvio Berlusconi dell’Auditorium di Roma è solo un ricordo. Sarà stato l’effetto della lunga missione cinese o, più probabilmente, della “rivoluzione liberale” annunciata da Giulio Tremonti per azzerare la burocrazia che azzoppa le imprese. Fatto sta che Emma Marcegaglia di fronte alla scontata rappresaglia della Cgil e a quella, più clamorosa, dei magistrati, non ha dubbi:
«Chi protesta contro questi tagli dice una cosa contro il Paese e il governo deve resistere ai tentativi di ridurne la portata». Certo, c’è bisogno di riforme per lo sviluppo, di misure per favorire la crescita. Questo la presidente di Confindustria lo ha detto mille volte e non si stancherà mai di ripeterlo. Ma «il rigore è necessario ed avere i conti pubblici in equilibrio è essenziale». Per questo, ha continuato, di fronte a chi scende in piazza, anche a chi lo farà con la toga sulle spalle, «chiediamo alla politica di fare scelte molto precise, anche impopolari».
Insomma, per la Marcegaglia anziché ammorbidire le misure contenute della manovra, bisognerebbe inasprirle. Di tagli ne andrebbero fatti di più.
Per difendere la manovra - che ieri sera è stata illustrata da Tremonti all’Eurogruppo e «accolta con favore», secondo quanto dichiarato dal presidente Jean-Claude Juncker - la numero uno di Confindustria ha scelto l’assemblea milanese di Federchimica. Dal palco ha voluto chiarire la posizione degli industriali su molti temi. Compresa la forte contrarietà a tagli unilaterali nelle emissioni inquinanti e l’altrettanto chiaro sostegno al ritorno del nucleare.
Senza dimenticare, ovviamente, le riforme. «Ora bisogna pensare alla crescita: magari non è la manovra il posto giusto dove deciderlo», ha spiegato, «ma bisogna snellire la burocrazia, ridefinire i confini della presenza dello Stato ora troppo ampia e riavviare gli interventi per le infrastrutture».
Grande attenzione alla mossa a sorpresa messa a punto dal premier e dal ministro dell’Economia proprio per lanciare un segnale alle imprese. Una cosa nella giusta direzione, secondo Confindustria «è la proposta di Tremonti, fatta propria dal governo, di rivedere l’articolo 41 della Costituzione per dare più libertà d’impresa: la condividiamo e la sosterremo». Così come il sostegno arriverà sulle politiche necessarie per far ripartire il Paese, purché l’esecutivo non si perda nelle schermaglie interne che rischierebbero di essere fatali. «Sono tempi difficili, di grande discontinuità strategica e in questa situazione Confindustria», ha teso la mano la Marcegaglia, «vuole dimostrare il massimo di responsabilità, collaborando con la politica, ma chiede al governo che non si divida e si concentri su temi essenziali per il Paese quali la crescita e l’occupazione».
Altra priorità è la scelta nucleare, su cui bisogna ingranare la marcia. «Ci auguriamo», ha detto la Marcegaglia, «che il cambio alla guida del ministero dello Sviluppo non porti a incertezze o ritardi nei tempi del progetto. Noi siamo pronti e ora va insediata l’Autorità e individuati i siti». Una stoccata arriva pure sul clima. «Noi facciamo i primi della classe», ha tuonato, «e Copenhagen è stato un fallimento, con l’Europa tenuta fuori dalle decisioni. La logica unilaterale del taglio delle emissioni è profondamente sbagliata e un taglio del 30% senza un accordo internazionale è pura follia: noi siamo del tutto contrari e ci opporremo».
Tra le cose che non funzionano c’è poi l’Europa: «Senza l’integrazione economica e fiscale, il rischio per il continente è una crisi profonda e strutturale». E, infine, Basilea 3, il pacchetto di proposte per introdurre requisiti patrimoniali più stringenti per le banche. «È un problema», ha detto davanti alla platea di Federchimica, «si stima un costo per le banche europee compreso tra 250 e 400 miliardi. C’è il rischio di soffocare ulteriormente il credito alle imprese».

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