sabato 5 giugno 2010

Lifting alla manovra per piacere alle aziende

Si era capito che Silvio Berlusconi aveva in serbo qualche sorpresa per rilanciare l’azione di governo e rispondere agli appelli arrivati da Confindustria e Bankitalia sulle riforme per la ripresa. Quell’accenno nel comunicato di Palazzo Chigi alla necessità di un processo forte di liberalizzazione era il chiaro riferimento ad una misura che il premier stava studiando insieme a Giulio Tremonti. E ieri l’idea è uscita dal cilindro: una «sospensione di 2-3 anni» delle autorizzazioni per le Pmi, la ricerca e le attività artigiane di piccola entità. Se questo avverrà, un’azienda si potrà davvero aprire in un giorno, come sognano da tempo i liberisti e, soprattutto, gli imprenditori.
Il provvedimento, annunciato al G20 finanziario di Busan (Corea del Sud) da un ministro dell’Economia che ha ribadito più volte la co-partenità con il Cavaliere, è una mossa ad altissimo impatto simbolico che permetterà al governo di parlare di rivoluzione liberale e di ammorbidire lo spirito cupo della manovra tutta tagli e sacrifici. Le due cose, chiaramente, cammineranno parallelamente e con tempi ben diversi. Quello illustrato ieri da Tremonti è un progetto che passa attraverso la modifica dell’articolo 41 della Costituzione. I dettagli saranno annunciati oggi alla seconda giornata del G20 e all’Ecofin di lunedì. Ma ieri il ministro si è dilungato molto sull’iniziativa. L’Europa e l’Italia, ha spiegato, «non hanno alternative» di fronte alle sfide della globalizzazione e devono «eliminare l’eccesso di regole che l’Unione si è autocostruita». Questo blocca come un macigno la strada dello sviluppo e la rende meno competitiva rispetto a paesi emergenti come la Corea o il Brasile, vanificando inoltre i soldi destinati alla crescita. L’alternativa per il Vecchio Continente, ha proseguito il ministro, è quella «di una dolce morte», di una condanna a fare «il guardiano di un cimitero o, al massimo, il tenutario elegante di un antico Relais».
Entrando nel merito del provvedimento, Tremonti ha spiegato che supera «le lenzuolate di Bersani o il piano Casa di Berlusconi», «entrambi falliti perché il sistema non si cambia dall'interno». Il progetto, pensato assieme al premier, prevede una legge costituzionale da presentare dopo la manovra. La misura, ha assicurato il ministro, «non è in contrasto con il federalismo fiscale», non comporta aggravi di spesa e avrà carattere transitorio per provarne l’efficacia. Sarà così limitata all’economia reale e non alla finanza, mentre l’urbanistica avrà un regime a parte. «Pensiamo», ha detto, «a una radicale e totale autocertificazione per le pmi, l’artigianato e la ricerca con i controlli e verifica dei requisiti che vanno fatte ex post».
La rivoluzione liberale non ha comunque placato le proteste delle categorie contro la manovra. Dopo i magistrati e i farmacisti ieri è stato il turno dei medici del servizio pubblico, che hanno proclamato due giornate di sciopero per il 12 e il 19 luglio. I sindacati hanno anche deciso lo stato di agitazione, una manifestazione nazionale a Roma il 16 giugno e assemblee negli ospedali. In realtà, la protesta è stata voluta praticamente dalla sola Cgil. Cisl e Uil hanno infatti espresso voto contrario e non parteciperanno allo sciopero. Secondo il loro giudizio si tratta di una scelta «sbagliata», «intempestiva» e che risponde «ad esigenze tattiche e strategiche al momento inadeguate e controproducenti». Le due organizzazioni sindacali chiedono invece al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e Berlusconi, di avviare una consultazione urgente per individuare gli emendamenti in modo da «evitare le possibili ricadute negative sull'assistenza sanitaria ai cittadini».
La manovra, che ieri Romano Prodi ha definito in linea con la sua azione, defindendola ribattezzandola Visconti (Visco-Tremonti), inizierà il suo iter il 9 giugno con le audizioni di sindacati, Ance, Confedilizia, Confcooperative e Lega delle Cooperative. Il 10 sarà il turno di Confindustria, dell’Abi, della Banca d'Italia e della Corte dei Conti. Le audizioni termineranno venerdì l’Istat. Non è previsto in calendario l’intervento di Tremonti.

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