venerdì 25 giugno 2010

Catricalà prepara l’addio all’Antitrust. Destinazione Consob

Sottosegretario, ministro, presidente della Consob. Si fossero concretizzate tutte le indiscrezioni circolate negli ultimi due anni sul suo conto, a quest’ora il curriculum di Antonio Catricalà sarebbe più lungo di diverse pagine. Nella primavera del 2008 il presidente dell’Antitrust veniva accreditato con insistenza come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nel ruolo dove invece resta inossidabile Gianni Letta. Qualche giorno fa i due si sono scambiate pubbliche effusioni ricordando il periodo in cui Catricalà era segretario generale di Palazzo Chigi. «Ho avuto il privilegio di lavorare con lui e se qualcosa riesco a fare molto lo debbo ad Antonio», ha rivelato il sottosegretario. «E’  una di quelle persone che gli impegni li rispetta», ha replicato il numero uno dell’authority. E chissà se tra quegli impegni c’è anche uno dei due incarichi di prestigio su cui il pettegolezzo politico si è di nuovo concentrato nelle ultime settimane. Alcuni assicurano che sarà lui il prossimo ministro dello Sviluppo, altri danno invece già per acquisita la poltrona più alta della Consob. Su quest’ultima ipotesi finora Catricalà ha sempre messo le mani avanti: «Il presidente della Consob viene scelto dal Consiglio dei ministri e nessun ministro ha fatto il mio nome». Ieri, però, sembrava che qualche ministro si fosse deciso a fare il passo. La scelta, secondo un’anticipazione di Radiocor, sarebbe finita addirittura sul tavolo del Cdm di ieri. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione, ha però precisato che l’argomento non è stato affrontato. Di sicuro, una decisione dovrà essere presa entro breve. Tra una settimana, infatti, scade la lunghissima permanenza di Lamberto Cardia alla Consob (dal 1997 come commissario, dal 2003 come presidente grazie ad una proroga di 2 anni nel 2008 che ha portato il suo mandato da 5 a 7 anni) e l’ipotesi di un’ulteriore proroga sembra ormai sfumata. Secondo fonti vicine al Tesoro, a Giulio Tremonti non sarebbe dispiaciuto il pm di Milano, Francesco Greco, ma in corsa c’è anche il sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas e Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione. Non è escluso che a frenare la nomina sia proprio la necessità di trovare un’intesa complessiva che riguardi anche la casella dello Sviluppo. Nel frattempo, c’è la Lega che ha presentato una proposta di legge per trasferire sia la Consob sia l’Antitrust da Roma a Milano. Catricalà, in ogni caso, dovrebbe fare le valigie.

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