martedì 16 febbraio 2010

La neve congela i dossier di Acea

La pace con i francesi può attendere. Il consiglio di amministrazione dell’Acea previsto per ieri pomeriggio è slittato al 17 febbraio per motivi tecnici. Alla base del mancato svolgimento ci sarebbero i disagi provocati dal maltempo. Alcuni consiglieri, recita la nota ufficiale dell’azienda, non sarebbero riusciti ad arrivare in tempo nella Capitale, malgrado la riunione fosse stata spostata di qualche ora. Nessuno, ovviamente, poteva prevederlo. A Roma la neve non cadeva da 24 anni. Ma è molto probabile che quando i primi fiocchi sono apparsi nel cielo, in mattinata, qualcuno abbia tirato un sospiro di sollievo. Nel consiglio di amministrazione di ieri, oltre all’emissione di un bond da 500 milioni per allungare la scadenza del debito, si sarebbe anche dovuto discutere della bozza di intesa con i soci francesi di Gdf-Suez. Questione spinosissima che va avanti da mesi e che nelle ultime settimane si è anche intrecciata con le polemiche sulla presunta privatizzazione della società da parte del Comune. Solo qualche ora prima, al termine dell’infuocata riunione di giovedì, il consiglio comunale di Roma aveva dato il via libera all’avvio dell’iter di dismissione delle quote in Acea, di cui ora il Comune detiene il 51%, in adempimento del decreto Ronchi, ma «in un percorso che garantisca al Comune il controllo della società e del servizio idrico» e «in coerenza con le opportunità offerte dal mercato».
Il dossier si sovrappone inevitabilmente a quello del riequilibrio interno con Suez-Gdf (che detiene il 10%). I soci francesi hanno chiesto da tempo di aumentare la propria partecipazione, così come sembra intenzionato a salire ancora il socio forte Francesco Gaetano Caltagirone (di recente passato dall’8 al 9%). Prima di ridisegnare gli assetti societari bisognerà però trovare un accordo sulle partecipazioni nelle società attive nella produzione, nel trading e nella vendita di energia elettrica. Società attualmente gestite dalla joint venture tra Acea e la controllata di Suez-Gdf, Electrabel. Secondo fonti vicine alla società mancherebbero da definire soltanto alcuni dettagli. Ma altri assicurano invece che l’intesa è ancora lontanta. Il rischio, insomma, è che i pochi giorni concessi dalla neve non siano affatti sufficienti. E che i nodi si scioglieranno solo dopo le elezioni regionali.

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