venerdì 19 febbraio 2010

Alla Corte dei conti si ristrutturano casa grazie al terremoto

La corruzione è un «tumore maligno» contro il quale non ci sono «anticorpi» nella pubblica amministrazione e che con gli anni addirittura sembra peggiorare. Nel 2009 le denunce sono infatti aumentate del 229%. A parlare della necessità di recuperare «senso etico» perché «se non c’è senso etico nell’agire», è stato ieri il presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro inaugurando l’anno giudiziario, «non bastano mai i giudici, i carabinieri o le altre forze dell’ordine a combattere questo male». Alla malversazione vera e propria si affianca poi tutta quella serie di comportamenti che portano ad «un ingente spreco di risorse pubbliche». Mala gestione della sanità, consulenze fuori legge, derivati che rischiano di indebitare le generazioni future per 20-30 anni. È lungo l’elenco degli esempi di inefficiente gestione della Pa. Ma è anche molto lungo l’elenco delle intercettazioni dell’inchiesta sul G8 che vedono coinvolti magistrati e funzionari della Corte dei Conti. Ed è bizzarro leggerli, con le parole di Lazzaro che rimbombano nella testa. Anche perché allo stato non risulta che alcun provvedimento sia stato preso nei confronti di chi, magari ingiustamente, è stato trascinato nel polverone.
Almeno tre sono i nomi collegati alla magistratura contabile: Antonello Colosimo, Mario Sancetta e Francesco Romeo Recchia.
Il primo, consigliere della Corte dei Conti, viene intercettato più volte nel febbraio del 2008 mentre parla al telefono con Francesco Piscicelli (l’imprenditore arrestato che diceva al cognato di aver riso la notte del terremoto, per intenderci). Il magistrato si offre di mettere in contatto l’imprenditore con alcuni banchieri per rifinanziare debiti in scadenza. E convince Piscicelli che della questione si sta occupando un certo Gallia di banca Intesa. Per confermare le sue entrature nel mondo del credito Colosimo fa anche ascoltare all’imprenditore una sua telefonata con un funzionario di Unicredit, il quale nell’eventualità potrebbe occuparsi della vicenda. Poi assicura di avere rapporti diretti con Passera, facendo addirittura credere a Piscicelli che quando il telefono squilla in sottofondo potrebbe essere l’ad di Intesa. In realtà, alla fine le banche chiederanno a Piscicelli di rientrare dall’esposizione debitoria e l’imprenditore finisce vittima del classico gioco degli equivoci alla Totò e Peppino, con una grottesca confusione tra Gallia di Intesa e Gallia di Bnl. Il tutto sembra però servito a Colosimo per farsi ristrutturare la piscina a prezzo di favore. «La mattina dell’11 febbario», ricostruiscono gli inquirenti, «Piscicelli ricorda a Colosimo di inviargli per fax il preventivo per la ristrutturazione della piscina in modo che possa subito chiamare il geometra Frera per farlo ridurre come importo».
Tutta centrata sulla ristrutturazione è anche l’attività di Sancetta, presidente di sezione della Corte dei Conti, che però affida la gestione dei lavori ad Antonio Di Nardo, dipendente del ministero delle Infrastrutture ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei Casalesi. A fare da tramite tra il magistrato e Di Nardo è l’imprenditore Rocco Lamino. È a lui che Sancetta, che è indagato per concorso in corruzione, riferisce di avere intercesso in favore del costruttore per gli appalti in Abruzzo. Accade così che le conversazioni sui lavori per il terremoto si alternano a quelli per il rifacimento del bagno. Lamino si dà da fare e così Sancetta parla con Angelo Balducci (capo del Consiglio superiore dei lavori pubblici) e gli chiede un appuntamento per, secondo i magistrati, far entrare gli imprenditori nel giro dei lavori post-terremoto.
C’è, infine, Recchia, che della Corte dei Conti è un dirigente. Lui telefona, nel settembre 2009, direttamente a Di Nardo. Con un’utenza della Corte, pagata dai contribuenti. Il suo cruccio principale è che il genio civile rischia di dichiarare inagibile una sua proprietà in provincia di Frosinone per i danni apportati dal terremoto e chiede al funzionario delle Infrasttrutture se può evitargli i sigilli.

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