venerdì 19 febbraio 2010

Acea-Gdf ai ferri corti. Sul tavolo l’arbitrato

Ci risiamo. E il tempo, questa volta, non darà una mano. Le previsioni meteo parlano di freddo e forse pioggia, niente che possa provocare un provvidenziale slittamento del cda dell’Acea, come accaduto la settimana scorsa per l’inconsueta nevicata nella Capitale. Salvo ulteriori imprevisti, insomma, alle 17.30 di oggi pomeriggio i vertici della multiutility romana dovrebbero tornare a riunirsi.
Inutile dire che l’appuntamento si preannuncia infuocato. Soprattutto dopo le indiscrezioni sulla crescente irritazione dei francesi di Suez-Gdf, che da mesi aspettano di sciogliere il nodo della ridefinizione degli equilibri interni alla società controllata dal Comune di Roma.
All’ordine del giorno del consiglio c’è anche il bond da 500 milioni di euro destinato agli investitori istituzionali che dovrebbe avere una durata di dieci anni e sarà quotato in Lussemburgo. Un’emissione che servirà a prolungare la scadenza del debito.
Ma il piatto forte è, ancora una volta, la trattativa con i soci d’Oltralpe, azionisti con il 10% circa e partner nelle joint venture elettriche in AceaElectrabel. Secondo fonti vicine all’azienda è possibile che l’amministratore delegato di Acea, Marco Staderini, porti all’attenzione dei consiglieri il ricorso a un arbitrato internazionale per dirimere il contenzioso con Gdf-Suez. La mossa metterebbe la parola fine alle trattative con i francesi, ma aprirebbe un fronte legale tra le due parti dagli esiti forse ancora più incerti. Il procedimento stragiudiziale dovrebbe avere ad oggetto il mancato rispetto del contratto di esclusiva da parte dei francesi con particolare riguardo alla clausola di concorrenza. Suez-Gdf sarebbe accusata di non aver conferito nelle jv di produzione con Acea tutti contratti di fornitura di energia in Italia. La telenovela continua.

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