mercoledì 10 febbraio 2010

Cancellati gli incentivi all’auto. Fiat e governo felici. Operai no

Termini Imerese ripartirà con l’auto a pile. È ancora presto per dire l’ultima parola, ma tutto, sembra andare in questa direzione. A partire dall’annuncio di Claudio Scajola che nel pacchetto incentivi non ci sarà posto per gli aiuti all’auto, tranne quelli destinati alla innovazione e alla ricerca. «Credo sia opportuno pensare ad altri settori che hanno bisogno di essere spinti», ha dichiarato il ministro da San Sebastian Tra questi il ministro ha ricordato il tessile, gli elettrodomestici, delle macchine agricole. È lì, al vertice spagnolo dei ministri dell’Industria europei, che l’ipotesi avrebbe fatto passi avanti. Ma l’idea di trasformare lo stabilimento in un centro per la produzione di tecnologia e vetture a emissioni zero cammina sottotraccia da un bel po’. Non è un caso che ieri la giunta siciliana guidata da Raffaele Lombardo abbia deciso, accanto all’investimento di 350 milioni, di vincolare l’aera in cui sorge la fabbrica della Fiat alla produzione automobilistica. Uno schiaffo al possibile arrivo di colossi come Ikea o Auchan che non avrebbe senso in mancanza di progetti alternativi e rassicurazioni governative. Del resto, al ministero dello Sviluppo tra le proposte c’è anche quella del finanziere siciliano Simone Cimino, presidente del fondo Cape Natixis. Cimino vorrebbe rilevare lo stabilimento, con la casa automobilistica indiana Reva, per farne un centro di assemblaggio di vetture elettriche di piccole dimensioni, creando oltre 3mila posti di lavoro ed assorbendo dunque i 2.200 addetti di Fiat e delle aziende dell’indotto. La proposta è stata presentata dalla Cape Sgr Spa, il fondo costituito quattro anni fa da Cimino con la Regione siciliana, che ne detiene il 49%. Se non bastasse, bisogna ricordare che il finanziere è cugino dell’assessore regionale Michele Cimino, vicino al plenipotenziario per il Sud del Pdl Gianfranco Micciché che, coincidenza, ha il suo collegio elettorale proprio a Termini. Sempre ieri, inoltre, il governatore Lombardo ha presentato la Maranello, un’auto elettrica prodotta dalla Effedi (che ha avuto da Ferrari il via libera all’utilizzo del marchio) nei suoi impianti di Carini, venduta nel comune di Antibes in Francia e in alcune città italiane, ma non nell’isola perché manca la rete di distribuzione per questo tipo di vetture. Il quadro sarebbe perfettamente compatibile con lo stop agli incentivi. L’auto elettrica potrebbe infatti usufruire delle risorse pubbliche destinate all’innovazione e alla ricerca. È stato lo stesso Scajola a parlare dell’ipotesi come di una «una soluzione possibile» per Termini. Il ministro avrebbe anche raccolto in Spagna la disponibilità della Renault a partecipare al progetto. I francesi hanno in programma di proporsi sul mercato già nel 2011 e di mettere in piedi un polo per lo sviluppo delle tecnologie per le batterie elettriche necessarie all’alimentazione dei veicoli. Sarebbe questo il settore in cui l’Italia potrebbe proporsi per sviluppare una collaborazione.

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