venerdì 21 maggio 2010

Tremonti sale al Colle per anticipare i tagli

Giulio Tremonti ha ingranato la marcia. In serata, il ministro dell’Economia si è recato con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al Quirinale per illustrare le misure di correzione dei conti pubblici. Al termine dell’incontro i due hanno fatto ritorno a Palazzo Chigi per riferire a Silvio Berlusconi. Il premier è preoccupato per la grave crisi economica internazionale. Tuttavia si è raccomandato con il superministro: «Niente nuove tasse». I tempi? Si prevedono strettissimi. Secondo quanto riferiscono fonti vicine a Palazzo Chigi, lunedì il governo vedrà le parti sociali e martedì la manovra 2011-2012 dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri. Al più tardi l’approvazione potrebbe slittare alla prima settimana di giugno. La scadenza da rispettare, anche se non ufficiale, è l’Eurogruppo del 7 giugno, nel quale i ministri delle Finanze dovranno confrontarsi sulle misure da mettere in campo. La finanziaria dovrebbe essere composta da due provvedimenti: un decreto e un disegno di legge.

Sui contenuti, regna ancora molta confusione. Dopo Tremonti ieri anche Renato Brunetta ha tentato di sottrarre la manovra al fuoco di indiscrezioni. «Illazioni destituite di ogni fondamento», ha spiegato il ministro della Pa, aggiungendo che «il governo sta lavorando in maniera assolutamente collegiale». In realtà, il confronto che molti colleghi dell’esecutivo si aspettavano ieri al Consiglio dei ministri non c’è stato. «Tremonti non ha aperto bocca», ha assicurato il responsabile della Gioventù, Giorgia Meloni, lasciando Palazzo Chigi.

Di manovra si è discusso soltanto dopo il Cdm, in una riunione ristretta. Al conclave con Silvio Berlusconi hanno partecipato, oltre al ministro dell’Economia, quello delle Riforme, Umberto Bossi, della Semplificazione, Roberto Calderoli, delle Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi.

Qualche dettaglio sulle misure al vaglio del governo per recuperare 26-28 miliardi in due anni è trapelato dall’incontro di mercoledì scorso con le parti sociali. Sarebbero confermati il blocco sulle pensioni e quello sugli statali. «Si sta discutendo», ha spiegato il leader della Uil, Luigi Angeletti, che ha partecipato al vertice, «del blocco delle finestre e questo significa un aumento dell’età pensionabile di due, tre mesi», quanto agli stipendi, «si è parlato di una moratoria sul pubblico impiego» che riguarda gli aumenti contrattuali 2010-2011. La voce statali non è irrisoria. Secondo stime del direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, dal blocco del turnover (già in vigore) e degli stipendi della Pa il governo potrebbe ottenere fino a 8 miliardi di risparmi in due anni.

Si lavora molto probabilmente alla sforbiciata ai danni della “casta”. Nei giorni scorsi si è parlato di riduzioni del 10-15% degli stipendi di manager pubblici, parlamentari e ministri. «Non sono state date cifre», ha detto Angeletti, confermando però che la strada è quella. Su questo fronte si sono mossi parallelamente anche Gianfranco Fini e Renato Schifani, d’accordo sul giro di vite per le pensioni baby ed il blocco delle uscite dei dipendenti del Parlamento. Camera e Senato concorreranno alla manovra anti-crisi bloccando le uscite dei pensionamenti anticipati nei due rami, con effetto immediato e sino al 31 luglio 2010. Ma il Tesoro studia anche un aumento permanente dell’età pensionabile da 65 a 67 anni per i funzionari.

Tra le altre misure ci sarebbero tagli agli enti locali, riduzione degli enti inutili, lotta all’evasione e ai falsi invalidi, rafforzamento degli incentivi alla produttività del lavoro. E’ probabile anche che il governo sfrutti la manovra per inserire una misura che metta sotto controllo la Protezione Civile. Si valuta anche la possibilità di una proroga per il congelamento delle tasse per gli abruzzesi.
 
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