Gli amanti dei luoghi comuni e degli slogan leghisti non saranno contenti, ma la Capitale ha resistito alla crisi meglio del Nord operoso e calvinista. A Roma e provincia nel 2009, secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio nell’VIII Giornata dell’economia, ha registrato una crescita del sistema imprenditoriale dell’1,5%, con 434.665 aziende registrate, a fronte di un dato nazionale che ha visto una contrazione dello 0,3%. Il trend si conferma anche per i primi 3 mesi del 2010 dove le imprese romane aumentano dello 0,2% rispetto al meno 0,4% italiano. Anche il saldo del 2009 tra iscrizioni e cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio) risulta positivo e pari a 6.670 unità, valore che consolida il primato di Roma nella graduatoria delle province.
Più impresa uguale più lavoro e più ricchezza. Per quanto riguarda l’occupazione il 2009 si è chiuso con una contrazione dello 0,2% a fronte di un dato nazionale in calo dell’1,6%. Di qui, a cascata, il buon risultato sul Pil pro capite, che nella provincia di Roma si è ridotto dell’1,7%, mentre a Milano e Bologna il calo è stato rispettivamente del 4,2% e del 4,7%. Questi dati, ha spiegato giustamente e prudentemente il sindaco Gianni Alemanno, «non ci devono far abbassare la guardia e ci devono anzi spronare a fare meglio». Di sicuro, però, se qualcuno vuole trovare dei fannulloni dovrà andare da qualche altra parte.
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