giovedì 13 maggio 2010

Bruxelles scriverà la Finanziaria agli Stati troppo spreconi

Impegni più severi, controlli più stringenti, sanzioni più dure. Non piace a tutti il nuovo Patto di Stabilità proposto dalla Commissione Ue, ma per ora nessuno si azzarda a difendere il vecchio. Ed è già qualcosa. Al centro della bozza messa a punto da Bruxelles ci sono chiaramente i debiti pubblici, che diventano sorvegliati speciali, ma anche il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, che potranno essere oggetto di vigilanza preventiva.
Insomma, gli Stati dovranno perdere quote di sovranità.  Ma «se i governi non si decidono a rafforzare l’unione economica, tanto vale dimenticarsi di quella monetaria», ha spiegato Josè Manuel Barroso nel presentare la proposta di Bruxelles. «Bisogna agire adesso», ha sottolineato il presidente della Commissione Ue che spera di fare andare in porto la riforma del Patto entro la fine dell’anno perché sia operativa già nel 2011. Nel mirino, si legge nel documento, ci sono soprattutto «gli elevati livelli di debito pubblico che non possono essere prolungati a tempo indefinito». Perché «i recenti eventi hanno messo in luce non solo la vulnerabilità degli Stati membri che devono sostenere il peso di debiti molto elevati, ma anche le potenziali ripercussioni negative» che ciò può avere su tutta la zona euro.
Il commissario agli affari economici e monetari, Olli Rehn, è stato chiaro: «Se un Paese ha un livello di debito al 100%, o superiore, diventa fondamentale non solo riportare il deficit sotto il 3%, ma ridurlo in maniera tale da garantire una sufficiente discesa del debito». L’Italia, che insieme alla Grecia è il paese con un debito sopra il 100%, è avvertita. Ma sotto osservazione ci sono anche i tanti paesi dell’Eurozona che attualmente sforano il parametro del 60%, comprese Francia e Germania, che dovranno essere «sottoposti a procedura di infrazione» se le correzioni apportate non saranno giudicate «appropriate». La Commissione Ue dovrà quindi valutare se il livello di deficit, pur essendo sotto il 3%, «è coerente con un costante e sostanziale declino del debito pubblico». Ma il cuore della riforma è la vigilanza preventiva. Si propone di introdurre dal 2011, un Semestre europeo nel corso del quale «coordinare e sincronizzare» le politiche economiche e di bilancio.
In pratica, a inizio anno l’Ecofin detta le linee guida strategiche da seguire per preparare le Finanziarie e le eventuali riforme strutturali. L’obiettivo è quello di evitare che gli squilibri macroeconomici si allarghino, mettendo a rischio la tenuta della zona euro. Per quanto riguarda le sanzioni si va dal versamento di un «deposito cauzionale» nelle casse Ue alla sospensione dei fondi strutturali e di coesione, in caso di ripetute violazioni del Patto. Ma «in caso di politiche di bilancio inadeguate», la Ue può decidere come un Paese deve spendere le risorse comunitarie.
Infine, la Commissione ha sposato la tesi tremontiana del Fondo Ue, sostenendo la necessità di creare un «robusto meccanismo permanente di risoluzione delle crisi» che possa fornire nel medio e lungo termine sostegno finanziario ai Paesi della zona euro in difficoltà.
Mentre Bruxelles studia il nuovo Patto in Europa è il giorno delle polemiche. L’Handelsblatt ha infatti rivelato uno scambio che avrebbe convinto Berlino ad aprire il portafoglio per aiutare la Grecia: l’arrivo alla presidenza dea Bce del numero uno della Bundesbank, Axel Weber. Secondo il quotidiano economico, a questo punto, la candidatura alternativa, quella del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, «non ha più alcuna possibilità di successo». Malgrado le tensioni i mercati, sia pure con cautela, stanno tornando alla normalità: l’euro ieri ha riguadagnato quota 1,27 dollari. Le borse sono tornate a correre e sono in calo anche i premi di rendimento dei titoli di Spagna, Grecia e Portogallo rispetto ai bund tedeschi.

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