I colleghi di Roma lo conoscono bene. Del resto, è a Perugia che passano per competenza tutti i procedimenti che coinvolgono i magistrati della Capitale. Ma il pm Sergio Sottani, titolare insieme a Federico Centrone e Alessia Tavernesi dell’inchiesta sugli appalti del G8 da cui è partito il siluro verso il ministro Claudio Scajola, lo conoscono bene anche i politici e gli elettori. Il magistrato si era già messo in luce nel 2006 quando, alla vigilia delle elezioni, quelle perse alla Camera dal centrodestra per una manciata di voti, fu fra i primi e più autorevoli firmatari dell’appello a Romano Prodi nel quale si denunciavano, inutile dirlo, le malefatte del governo Berlusconi. A partire dalle cosiddette leggi “ad personam” in materia di giustizia.
«Si sta chiudendo una delle più tormentate e controverse legislature della storia repubblicana», scrivevano con “sobrio distacco”, oltre a Sottani, anche altri nomi conosciuti come quelli di Armando Spataro e Nicoletta Gandus, le toghe del processo Mills, «e c’è oggi la prospettiva di un cambio di governo. Ma deve cambiare anche il modo di governare: dal punto di vista costituzionale e dei rapporti tra cittadini ed istituzionià. Importanti riforme di sistema sono necessarie anche per ridare ai cittadini fiducia nella giustizia. Ma in questo settore noi tuttavia riteniamo che vi sia una inderogabile priorità: la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi personali di pochi, ignorando quelli della collettività. Si tratta di leggi che - a prescindere da ogni altra considerazione - hanno devastato il nostro sistema giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi».
Ma è in tempi più recenti che il pm ha avuto modo di far parlare ancora di sé in contrasto con il premier Berlusconi. Sottani, considerato dai suoi colleghi uno dei più attenti sostenitori della corrente di sinistra che si riconosce in Magistratura democratica e nel Movimento per la Giustizia, non ha infatti gradito che il governo abbia posto il “segreto di Stato” sull’archivio del Sismi sequestrato il 5 luglio 2006 dalla Digos nell’ufficio segreto di via Nazionale a Roma. Cosa che ha permesso agli 007 Pio Pompa e di Nicola Pollari di restare con la bocca cucita durante l’interrogatorio condotto dallo stesso Sottani. Nel settembre dello scorso anno, il pm ha poi chiesto e ottenuto l’archiviazione delle accuse di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio contro Luigi De Magistris (oggi esponente dell’Italia dei Valori) ed altri sette magistrati della procura della Repubblica di Salerno al centro delle vicende legate allo “scontro fra le procure”.
È da lui che il 14 maggio Scajola dovrà presentarsi come persona informata dei fatti per la ben nota storia della casa. Il trattamento, sembra di capire, non sarà di favore.
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