martedì 25 maggio 2010

La casta si tassa. E impugna le forbici

Stretta sugli assegni degli invalidi, nuovi pedaggi autostradali, finestra unica per le pensioni di vecchiaia. Si iniziano a intravedere con più chiarezza i sacrifici «pesanti, ma provvisori», per usare la definizione del sottosegretario Gianni Letta, inseriti da Giulio Tremonti nella manovra finanziaria. Ma accanto ai sacrifici ci sono anche misure ad alto contenuto simbolico, come la sforbiciata ai rimborsi elettorali, i tagli agli stipendi di ministri e sottosegretari e, novità dell’ultim’ora, la stangata sui premi dei supermanager privati.
Chi pensava che della manovra si sapesse giù tutto ha dovuto ricredersi. I primi a farlo, ieri sera, sono stati i colleghi di governo è di partito a cui il ministro dell’Economia ha illustrato i contenuti della finanziaria da 24-26 miliardi che, con ogni probabilità, sarà oggi pomeriggio sul tavolo del Consiglio dei ministri dopo un doppio passaggio in mattinata con le parti sociali e con i rappresentanti degli enti locali.
Ad ascoltare Tremonti negli uffici di via dell’Umiltà, una consulta economica allargata, in pratica tutto lo stato maggiore del Pdl. All’incontro, tra gli altri, hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza Letta, i tre coordinatori nazionali Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi, i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, ma anche i ministri delle Infrastrutture Altero Matteoli, del Welfare Maurizio Sacconi, degli Affari regionali Raffaele Fitto, della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Tra i partecipanti pure l’economista vicino a Gianfranco Fini Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze del Senato. Dopo quasi due ore di incontro, dalla consulta è arrivato un sostanziale via libera al testo. Ancora da definire i fondi per Roma capitale (dove fa pressione Alemanno), i tetti per gli stipendi dei manager pubblici, quello per i pagamenti in contanti e l’entità della sforbiciata al finanziamento ai partiti.
Moltissima la carne al fuoco. Partendo dalle novità, spicca lasupertassa su stock option e bonus. Sarà applicata un’aliquota addizionale del 10% su quelle remunerazioni che eccedono il triplo della parte fissa della retribuzione. Masorprese ci sono anche sul fronte dei tagli alla casta. Oltre al taglio del 10% per ministri e sottosegretari con stipendi sopra gli 80mila euro, arriva anche il ventilato dimezzamento dei rimborsi elettorali, che passeranno da 1 euro a 50 centesimi per votante. Verranno inoltre soppresse le quote annuali dei rimborsi in caso di scioglimento anticipato del Parlamento. Se un politico che è stato eletto ha incarichi nella pubblica amministrazione, per questi può percepire solo il rimborso delle spese e un gettone di presenza al massimo di 30 euro. La novità uscita ieri sera è che il taglio dei costi della politica andrà a finanziare la Cassa integrazione.
Il ministro ha poi confermato una stretta sulla spesa in materia di invalidità. Ci sarà l’elevazione della percentuale di invalidità dal 74 all’80% per la concessione dell’assegno. Previsto anche un piano di controlli: l’Inps è chiamata ad effettuare un programma di 100mila verifiche per l’anno 2010 e di 200mila verifiche annue per ciascuno degli anni 2011 e 2012. Le Regioni poi dovranno concorrere alle spese: il 45% dei trasferimenti sarà redistribuito tenendo conto della distribuzione pro-capite della spesa effettuata per invalidità civile.
Regioni ed Enti locali dovranno complessivamente produrre tagli per 2 miliardi nel 2011 e per 3 miliardi e 800 milioni sia nel 2012 che nel 2013: nel complesso poco meno di 10 miliardi in tre anni.
Nel comparto dell’istruzione la sforbiciata del 10% riguarderà essenzialmente le spese di funzionamento, come quelle per convegni, consulenze e missioni. Per tutti gli statali, compresi i dirigenti, lo stipendio non potrà superare (fino al 2013) il trattamento del 2009. Il turn over sarà inoltre limitato per altri 2 anni. I trattamenti saranno poi ridotti del 5% sopra i 90mila euro per la parte che eccede i 90mila fino a 130milaeuro. Sopra, il taglio sarà del 10%. C’è poi un tetto alle code contrattuali 2008-2009: cioè si prevede che i rinnovi non possano determinare aumenti superiori al 3,2%.
Tra i sacrifici erga omnes c’è sicuramente la stretta sulle pensioni. Dal 2011 ci sarà una finestra mobile per la pensione di vecchiaia, che scatterà sei mesi dopo la maturazione dei requisiti (invece degli attuali tre). Confermate le due finestre per la pensione d’anzianità contributiva. Rispunta il pedaggio su tratti stradali che connettono con le autostrade. la misura servirà a reperire risorse per le infrastrutture ed escludere Anas dal perimetro del bilancio statale.
Confermata la soppressione dell’Ipsema, dell’Ispel, dell’Ipost con trasferimento delle funzioni rispettivamente all’Inail e all’Inps. Stop anche per Isae, Ente italiano montagna, Ice e altri enti che saranno accorpati ai rispettivi ministeri. Sarà anche soppresso il finanziamento pubblico per tutti quegli enti che non hanno risposto alle richieste di informazione inviate nei mesi scorsi per conoscere l’utilizzo dei finanziamenti a carico del bilancio dello Stato.
Confermata pure la sanatoria per gli immobili fantasma. Ci sarà l’obbligo per gli interessati di dichiarazione di aggiornamento catastale con sanzioni che saranno ridotte ad un terzo.
Un’importante novità riguarda il Mezzogiorno. Le regioni del Sud avranno la possibilità di istituire un tributo sostitutivo all’Irap con riferimento alle imprese avviate dopo l’entrata in vigore del decreto legge con l’opportunità di ridurre o azzerare la stessa Irap. Sempre sul fronte fiscale, torna il tetto a 5.000 euro per i pagamenti in contanti (ma alla fine dovrebbe attestarsi a 7.500 euro) e arriva l’obbligo di fattura telematica oltre i 3.000 euro. I comuni che collaboreranno alla lotta all’evasione incasseranno il33% dei tributi statali incassati.

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