lunedì 26 aprile 2010

Urso e Ronchi rischiano il posto

Gli scenari aperti dal ruvido duello tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sono ingarbugliati e imprevedibili. C’è chi assicura che le ripercussioni saranno limitate e non andranno oltre la sfiducia al vicepresidente finiano dei deputati del Pdl, Italo Bocchino. Ma molti sono pronti a scommettere che il terremoto si propagherà facilmente non solo ai presidenti di commissione vicini al numero uno di Montecitorio, ma anche ai suoi fedelissimi nella squadra di governo, Andrea Ronchi e Adolfo Urso, fino a travolgere pure alcuni manager delle controllate pubbliche.
La rappresaglia del premier potrebbe partire da subito, senza troppe conseguenze, dal viceministro per lo Sviluppo, che verrebbe privato delle deleghe sul Commercio con l’estero. Ma sempre dal dicastero di Via Veneto arrivano segnali di una manovra più ampia. In molti infatti si interrogano sulla partenza di Fabiana Santini, capo della segreteria particolare di Claudio Scajola, pronta a lasciare il ministro con cui collabora da anni per entrare nella giunta della neopresidente del Lazio, Renata Polverini. L’uscita sarebbe da legare al passaggio di Scajola ad un ministero meno impegnativo che gli permetta di assumere anche il coordinamento del partito. Di lì partirebbe un effetto domino che arriverebbe a travolgere anche il ministro delle Politiche europee Ronchi.
Ma l’allarme si è ormai allargato anche alle poltrone delle società partecipate dal Tesoro. Sotto tiro, ovviamente, ci sono i manager che siedono nel comitato esecutivo della fondazione FareFuturo. Si va da Emilio Cremona (presidente del Gse) a Ferruccio Ferranti (ad del Poligrafico), fino a Pierluigi Scibetta (consigliere Eni) e Giancarlo Lanna (presidente Simest). Sente il terreno che gli scotta sotto i piedi pure Alessandro Luciano, consigliere Enel vicino a Fini. Anche se per le grandi quotate i cda non scadranno prima della primavera del prossimo anno. C’è tutto il tempo, insomma, per trovare nuovi sponsor. Così come dovrebbe averne Marco Zanichelli, manager finiano arrivato meno di un anno fa alla presidenza della controllata delle Fs Trenitalia.
Chi si è già portato avanti è Massimo Sarmi. Arrivato nel 2002 alla guida di Poste con il sostegno del presidente della Camera, l’ad si è guadagnato nel corso degli anni la fiducia non solo di Silvio Berlusconi, ma anche dell’azionista Giulio Tremonti.

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