mercoledì 14 aprile 2010

Marchionne insaziabile. Fa la corte pure a Peugeot

L’asse franco-tedesco non lo spaventa. Anzi, Sergio Marchionne è pronto a rilanciare con la stessa moneta, lasciando intendere che la risposta all’alleanza tra Renault-Nissan e Daimler potrebbe essere un rafforzamento dell’intesa con l’altra grande casa francese, la Peugeot-Citroen. Non fa nomi, l’ad della Fiat, ma il riferimento è chiaro. Tra i prossimi gruppi automobilistici candidati a nuove fusioni, ha spiegato il manager durante la presentazione della nuova Giulietta al Quirinale, «probabilmente c’è un altro gruppo francese che ci ha provato con la Mitsubishi». «Ci proverà con qualcun altro», ha suggerito l’ad di Fiat, che non ha rinunciato al suo maglioncino blu d’ordinanza neanche per incontrare Giorgio Napolitano.

Lo scorso 30 marzo Jean-Gales, direttore generale dei marchi francesi, aveva detto che Fiat e Peugeot si parlano, ma che nessuna decisione è stata presa per ora. Con Torino, con cui Psa Peugeot Citroen ha una collaborazione di lunga data nei veicoli commerciali leggeri, «vi sono discussioni, ma nessuna decisione per ora» per quanto riguarda un ampliamento della partnership e un rinnovamento di quella esistente, aveva spiegato Jean-Gales.

Le voci di un matrimonio italo-francese sono ritenute poco credibili non tanto sotto il profilo industriale, quanto sotto quello politico. Una fusione fra i due big europei, infatti, avrebbe senso solo se orientata a ridurre la capacità produttiva. Cosa che né in Francia né in Italia sarebbe attualmente proponibile. Basti pensare alle polemiche sulla vicenda di Termini Imerese.

Per ora, quindi, Fiat si limita a studiare la fattibilità dello spin off della divisione auto. L’argomento verrà trattato al momento della presentazione del nuovo piano strategico, il prossimo 21 aprile. Di qui ad allora per il Lingotto sarà un susseguirsi di incontri con il governo e con le parti sociali per sciogliere i nodi relativi all’ impianto siciliano. Il primo tavolo è previsto per questa mattina al ministero dello Sviluppo economico. Mentre nel pomeriggio si terrà l’incontro tra l’azienda e i sindacati dei metalmeccanici su Powertrain, la società che per conto di Fiat costruisce i motori.

Ieri mattina Claudio Scajola si è detto «molto fiducioso» sul futuro di Termini Imerese. E ha ribadito che la casa torinese ha garantito l’impegno per la produzione al Sud. Lo stesso ad del Lingotto ha confermato che la società sta lavorando con il ministro dello Sviluppo e ha aggiunto di credere nel marchio Lancia Romeo. La nuova Giulietta, presentata ieri sia al Quirinale sia a Palazzo Chigi, è, secondo Marchionne, l’occasione giusta per rilanciare il marchio la cui produzione non dovrebbe abbandonare l’Italia.

Sul fronte statunitense, l’ad ha detto che entro due anni l’obiettivo di crescita a quota 35% in Chrysler dovrebbe essere a portata di mano. Quanto alla possibile minaccia rappresentata dall’alleanza franco-tedesca, il manager ha messo le mani avanti: «Non voglio entrare nel merito dell’accordo, ognuno in cucina fa come vuole». Certo, ha proseguito, «che sia un passo avanti nella direzione giusta è chiaro, se poi i dettagli dell’accordo sono tali da creare quel tipo di alleanza che veramente produce risultati sia strategicamente che operativamente, è da vedersi». Marchionne ha poi concluso: «Sono coinvolte due personalità molto forti. Un’alleanza internazionale tra francesi e tedeschi non è tanto facile».

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