martedì 6 aprile 2010

Gli eco-incentivi del governo: un affare solo per le Poste

Sarmi perde i giornali, ma incassa gli incentivi. Mentre monta la polemica sullo stop alle tariffe postali agevolate per la stampa, i tecnici di Claudio Scajola hanno definito i termini della convenzione con Poste spa per l’erogazione degli “sconti” su scooter, cucine, macchine agricole, motori per la nautica e Internet a banda larga.


La società guidata da Massimo Sarmi gestirà tutta la macchina organizzativa, a partire dal call center che attiverà l’erogazione dei fondi, fornirà tutte le informazioni del caso e verificherà la regolarità delle operazioni. Non solo. Agli sportelli postali saranno anche affidate materialmente le somme da destinare agli incentivi. Sarà il Bancoposta, in altre parole, a rimborsare tramite bonifico i venditori che hanno praticato gli sconti. Il servizio, ovviamente, non sarà gratuito. Per il disturbo le Poste incasseranno circa 7 milioni. Quattro arriveranno saranno prelevati direttamente dal fondo di 300 milioni, che quindi scenderà a 296. I restanti tre saranno caricati sulle spalle dei commercianti.

Il meccanismo, infatti, prevede che al momento del rimborso erogato ai rivenditori Poste trattenga l’1% della somma a titolo di compensazione. La cifra complessiva che entrerà nelle casse delle Poste non è paragonabile a quello che verrà perso se il governo non risolverà la questione delle tariffe per l’editoria (ogni anno Sarmi si ritrova in tasca circa 240 milioni di rimborsi pubblici per gli sconti effettuati ai giornali), ma è sempre un bel gruzzoletto. Considerato che il lavoro dei postini, stando alle stime effettuate da Confindustria, dovrebbe esaurirsi nel giro di 30-40 giorni. Il tempo necessario ai consumatori per spolpare la torta da 300 milioni messa a disposizione dal governo.

La scelta di affidare la pratica alle Poste è stata fortemente caldeggiata da Giulio Tremonti, che ha già coinvolto la spa di Sarmi nell’operazione della Banca del Mezzogiorno. Come in quel caso, serviva una struttura non solo fortemente radicata sul territorio, ma anche sufficientemente vicina ai cittadini per poter gestire il caos che inevitabilmente si verificherà nei primi giorni degli incentivi. Al ministero dello Sviluppo economico prevedono che al call center arriveranno almeno 575mila richieste di incentivi.

Troppe per essere affidate all’improvvisazione. Per questo il 6 aprile, giorno in cui il decreto attuativo dovrebbe finire in Gazzetta ufficiale, partiranno solo le registrazioni dei rivenditori e dei gestori di telefonia al servizio. Per i consumatori la partenza è prevista per il 15 aprile. Ma non sono esclusi ulteriori slittamenti.

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