mercoledì 14 aprile 2010

La Lega mette un piede in banca

Non è un veneto, come avevano esplicitamente chiesto sia il neogovernatore Luca Zaia che il sindaco di Verona, Flavio Tosi. Ma il brianzolo Gabriele Piccini è comunque il frutto di un accordo tra Unicredit e le Fondazioni azioniste che piace anche alla Lega. È lui il nuovo country manager scelto ieri all’unanimità dal cda dell’istituto di credito. Una nomina che ha sbloccato il progetto di riorganizzazione «Insieme per i clienti» fortemente voluto dall’ad Alessandro Profumo e bloccato sull’ultimo miglio proprio dalle richieste delle ex casse di risparmio su cui ora pesa il successo del Carroccio non solo in Veneto, ma anche in Piemonte. Regioni che ospitano le potenti fondazioni CariVerona e CariTorino che insieme detengono quasi il 9% di Unicredit. La richiesta di un manager vicino al territorio, del resto, è stata una delle prime dichiarazioni pubbliche di Zaia all’indomani del verdetto delle urne. E non è casuale che ieri, commentando il via libera alla riorganizzazione e alla nomina Piccini, Profumo abbia definito «l’azienda più focalizzata verso i clienti e più vicina ai territori e alle comunità locali». Stesso accento sull’importanza del «radicamento geografico come punto di forza di Unicredit» è arrivato dal presidente dell’istituto Dieter Rampl. «Nulla da eccepire sulla nomina, la aspettavamo da tempo», ha dichiarato a caldo Tosi. Anche se a piccini sembra sia mancato il voto del vicepresidente Luigi Castelletti, in quota CariVerona, che avrebbe scelto di astenersi sia sulla riorganizzazione sia sul country manager.

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