martedì 27 aprile 2010

Putin dà più energia a Silvio. Asse italo-russo sul nucleare

Putin monta in sella al nucleare italiano. Per la ripartenza dell’atomo il presidente russo metterà a disposizione tecnologia e, soprattutto, quattrini. È il solito trionfo di effusioni, scambi di sorrisi e abbracci, il vertice tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. A conferma di un idillio che dura ormai da dieci anni. Ma sul tavolo dell’incontro di ieri a Villa Gernetto (Monza), oltre alle numerose partite industriali e commerciali tra Italia e Russia c’erano anche dossier pesanti, come quelli energetici. Il nucleare innanzitutto. Putin ha annunciato non solo che garantirà collaborazione tecnologia per la costruzione delle nuove centrali, ma che, attraverso società russe, è pronto anche a fornire robusti finanziamenti. In particolare, si è detto disponibile ad offrire combustibile nucleare e poi a riprendere le scorie per il trattamento. «Se in Italia questi progetti si realizzeranno», ha assicurato il presidente, «da parte russa ci sarà una vasta cooperazione». Vanno in questa direzione l’intesa siglata tra Enel e Inter Rao Ues e quella tra i rispettivi ministeri della Ricerca per rafforzare la collaborazione sul progetto di fusione nucleare “Ignitor”.
Musica per le orecchie di Berlusconi, che ha ribadito l’intenzione di posare la prima pietra delle nuove centrali entro il 2013. Malgrado la volontà di procedere senza fughe in avanti, soprattutto sulla scelta dei siti. «Prima di individuare un luogo», ha sottolineato il premier, «bisogna che cambi l’opinione pubblica italiana. Ne ho parlato anche con esponenti della nostra tv di Stato. Dobbiamo fare opera di convincimento, guardando alla Francia».
Ed è proprio intorno alla Francia di Sarkozy che ruota la rinascita energetica italiana. Oltre all’alleanza già siglata da Edf ed Enel (con la collaborazione di Areva e di Ansaldo Energia) per la realizzazione dei reattori con tecnologia Epr, rigorosamente made in France, l’industria d’Oltralpe sarà anche protagonista del grande progetto per il South Stream, il gasdotto realizzato da Eni e Gazprom che porterà il gas dalla Russia all’Italia e all’Austria aggirando i Paesi dell’Est Europa.
Putin ha infatti annunciato che Edf ha chiesto di avere una quota del 20%. L’accordo con i transalpini, che verrà siglato a giugno a San Pietroburgo, darà vita ad un asse a tre in grado di far uscire l’Italia dall’isolamento sulle politiche energetiche e sbloccherà l’impasse europeo sul progetto di gasdotto alternativo, Nabucco, sponsorizzato fortemente dal presidente Usa, Barack Obama e dalla Germania.
Per il resto, Putin e Berlusconi si sono impegnati a riportare l’interscambio fra i due Paesi ai livelli pre-crisi cioè circa il 30-35% in più dell’attuale. Mentre il presidente russo, a differenza di molti altri capi di Stato, ha voluto onorare la promessa fatta al G8 in Abruzzo, stanziando 7,2 milioni per  la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno all’Aquila.

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