Dopo El Pais anche Le Monde. Un altro faro editoriale della sinistra rischia di finire nell’orbita di Silvio Berlusconi. Questa volta a subire i colpi della crisi e a dover chiedere aiuto al mercato è il punto di riferimento della cosiddetta “gauche au cachemire”, il quotidiano un po’ snob e radical-chic che esce con la data del giorno dopo e al posto dell’editore ha un “consiglio di sorveglianza”.
Tutto cambia. E anche la storica testata francese volta pagina. Con la ricapitalizzazione presentata venerdì all’assemblea dei soci (il consiglio di cui sopra), il controllo della società passerà molto probabilmente dai giornalisti a nuovi investitori. Ed ecco il bello. Tra i principali candidati c’è il gruppo spagnolo Prisa (che controlla El Pais). Lo stesso che qualche mese fa è entrato con il 18% in Telecinco in seguito alla cessione del canale Cuatro e del 22% della pay tv Digital+ alla società controllata da Mediaset. Il business tra Prisa e Berlusconi ha già lasciato di stucco i lettori del Pais, che l’estate prima avevano potuto visionare sul quotidiano le foto proibite di Villa Certosa con le “veline” del Cavaliere. Ora la delusione colpirà anche il popolo di Le Monde, che non simpatizza davvero per il presidente del Consiglio italiano. Attualmente lil quotidiano francese è controllato per il 60,4% da Lmpa (Le Monde et Partenaires Associes). Gli altri azionisti sono il gruppo Lagardere (17,3%), le Nouvel Observateur (1,7%). Poi c’è la Prisa, che ha già il 15% del capitale e potrebbe salire al 34%. Ma le sorprese non sono finite. Perché tra i soci, con il 3%, c’è anche il gruppo l’Espresso. E anche loro sarebbero in lizza, malgrado le smentite dei giorni scorsi, per partecipare all’aumento. Secondo il quotidiano finanziario Les Echos «i componenti della famiglia De Benedetti, che controlla il 53,9% dell’Espresso, non sono per ora d’accordo tra loro». L’ipotesi sul tavolo, in caso di adesione alla ricapitalizzazione, è una crescita dal 3 al 17%. A quel punto, anche se indirettamente, Berlusconi e De Benedetti si troverebbero di nuovo invischiati in una storia di editoria, proprio mentre è in corso il contenzioso da 750 milioni per la vecchia guerra sul lodo Mondadori.
Beghe che interessano poco a Le Monde, che rischia di portare i libri in tribunale prima dell’estate se non troverà subito risorse fresche. I 25 milioni di euro messi a disposizione l’anno scorso da Bnp-Paribas sono infatti già stati prosciugati. E ora l’alternativa alla cessione di quote di controllo, tentata fino all’ultimo dai giornalisti-soci, non è più tra le opzioni percorribili.
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