Avanti a testa bassa. Senza correzioni di rotta, senza sorprese. L’ad di Telecom Franco Bernabè si presenta alla comunità finanziaria con i conti in regola e gli obiettivi raggiunti. Con la promessa di un rapido ritorno ai ricchi dividendi. E con 9 miliardi di investimenti per la fibra ottica e l’innovazione che dovrebbero sedare, almeno per un po’, le insofferenze di chi nel governo si arrovella sul dossier della rete e sul ruolo degli spagnoli.
Doveva essere il cda del redde rationem, della bufera giudiziaria, della graticola per il management. Tutto invece è filato liscio. La cedola è stata mantenuta a 5 centesimi, ma Bernabè confida di poterla ingrassare già dal prossimo anno. Per quanto riguarda i conti Telecom Italia chiude il 2009 con un utile in calo, ma sopra le attese, a 1,58 miliardi di euro. A segno anche gli obiettivi sull’ebitda (margine operativo lordo), cresciuto dello 0,2% a 11,1 miliardi e sull’indebitamento, calato a quota 34,7 miliardi e visto in ulteriore discesa a 32 miliardi nel 2010. Per il 2012 resta confermato il taglio del debito a 28 miliardi grazie alla crescita dei flussi di cassa, saliti a 6,29 miliardi nel 2009 (e che saranno pari a 21 miliardi nel triennio) e «alla ripresa dei ricavi e la riduzione dei costi».
Quest’anno la flessione dei ricavi dovrebbe limitarsi a un 2-3% a fronte del -6,3% accusato nel 2009. Di qui al 2012 Telecom vede un incremento medio dei ricavi di circa l’1% annuo e un Ebitda di circa 12 miliardi a fine periodo. Gli investimenti industriali cumulati per gli anni 2010-2012 sono di circa 12 miliardi, di cui circa 9 in Italia per, si legge in una nota, «lo sviluppo competitivo della fibra, il forte impulso all’innovazione e il miglioramento delle performance della rete radio».
La riduzione dei costi verrà attuata con una robusta dieta dimagrante del gruppo. Non solo è stato «sostanzialmente completato il piano di riduzione degli organici previsto per fine 2010». Ma Bernabé ha anche annunciato che per essere efficiente il gruppo sarà sempre più «snello» e che quindi ci saranno ulteriori riduzioni di personale.
Sul versante giudiziario il cda ha deciso la creazione di un fondo rischi per la controllata Sparkle, finita sotto inchiesta per la frode sull’Iva, di complessivi 507 milioni (calcolando 72 milioni per illecito profitto, 421 milioni per chiudere con una transazione il conto con l'Erario e altri 14 milioni, a fronte di rischi fiscali ritenuti probabili sulle altre operazioni soggette a restatement). Il che comporterà la rettifica dei bilanci 2005-2008, mentre l’impatto sul 2009 sarà molto limitato. Telecom ha inoltre avviato un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex ad della società Stefano Mazzitelli, in custodia cautelare in carcere dal 23 febbraio.
Per quanto riguarda le prospettive industriali del gruppo l’ad ha spiegato che non c’è alcuna intenzione di avviare «un’espansione geografica». «Concentriamo la nostra presenza sul mercato domestico», ha spiegato, «dove «puntiamo a recuperare quote di mercato». Il Brasile, invece, «sta tornando a dare grandi soddisfazioni al gruppo. Abbiamo fatto bene a non considerare le ipotesi di dismissioni, come ci consigliava qualcuno», ha detto l’ad. Non si cambia nulla neanche sul fronte spagnolo: né fusione, né divorzio. «Con Telefonica abbiamo ottimi rapporti sia personali sia commerciali», ha specificato Bernabè, «siamo soddisfatti cosi come siamo».
Qualcuno ha storto un po’ il naso di fronte ai generosi emolumenti che si è concesso l’ad. Il compenso percepito Bernabè è infatti salito nel 2009 a 3,43 milioni rispetto agli 1,95 milioni del 2008 (+76%) grazie a un bonus da 1,35 milioni per i risultati raggiunti e a 296mila euro di benefici non monetari (auto, alloggio, polizze assicurative, previdenza complementare). Al presidente Gabriele Galateri di Genola sono andati 1,788 milioni rispetto agli 1,767 milioni del 2008.
La cura Bernabè è comunque piaciuta ai mercati. Dopo essere balzato di oltre il 3% il titolo ha chiuso la seduta di Piazza Affari in rialzo dell’1,19% a 1,1 euro.
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