lunedì 12 aprile 2010

Una Smart contro Marchionne

Smart, Twingo e veicoli commerciali. La notizia non piacerà a Sergio Marchionne. Ma i segmenti di mercato al centro della nuova alleanza tra Renault-Nissan e Daimler (Mercedes) sono proprio quelli su cui la Fiat punta per il rilancio. Utilitarie e furgoni, per intenderci. Come la Panda che sbarcherà a Pomigliano, la 500 con cui il Lingotto pensa di conquistare gli States o i Doblò e Ducato che nel Paese di Obama saranno venduti sotto il nuovo marchio Ram Trucks con l’obiettivo di aumentare le vendite del 50% entro il 2014. Ma le nozze franco-tedesche andranno a stuzzicare anche i buoni rapporti tra Torino e Parigi che hanno portato alle numerose joint venture con la Psa Peugeot Citroen.


A sottolineare il sostegno dell’Eliseo al nuovo progetto c’è l’intenzione dello Stato francese di acquistare, nell’ambito degli scambi azionari previsti dall’operazione, un pacchetto dello 0,55% per mantenere il 15,01% storicamente detenuto in Renault. Insomma, per il Lingotto l’asse annunciato ieri è una bella gatta da pelare. L’alleanza strategica tra i due colossi delle quattro ruote punta a conquistare i vertici delle classifiche mondiali delle vendite. Che tradotto in cifre significa sviluppare sinergie per 4 miliardi di euro.

L’idea è quella di non fare prigionieri. Ovvero di competere con le big in tutti i settori, dalle microcar fino alle jeep. «Parliamoci chiaro», ha detto l’amministratore delegato di Renault-Nissan, Carlos Ghosn, «le nostre aziende, per sopravvivere, devono essere presenti ovunque sul mercato, dalla low cost in India all’auto di lusso in Europa. Ma da sole non ce la fanno». E l’unico modo per mantenersi vive sul mercato, ha spiegato, è andare verso la condivisione di tecnologia per consolidare la produzione.

I punti di forza delle due case, ha spiegato Ghosn assieme all’ad di Daimler, Dieter Zetsche, in una conferenza stampa a Bruxelles, sono complementari e la sinergia può puntare da subito a due settori precisi: le auto compatte e le tecnologie verdi. Renault-Nissan è interessata ai motori di Daimler e, in futuro, anche alla sua esperienza nei marchi di lusso. La tedesca, invece, vuole approfittare del know-how in fatto di utilitarie della madre di Clio e Twingo.

Renault e Nissan sono partner dal 1999, con i francesi che possiedono il 44% della casa giapponese. Con 6,09 milioni di veicoli venduti nel 2009, il gruppo si è piazzato al quarto posto della classifica mondiale dei costruttori. Una classifica stravolta dalla crisi nell’arco degli ultimi due anni. Dalle big three, le tre leader statunitensi del vecchio mercato auto (Ford, Gm e Chrysler) si è passati alle medium six (Toyota, Gm, Ford, Renault Nissan, Volkswagen, con Fiat-Chrysler e Hyundai a lottare per il sesto posto).

I francesi ora vogliono il terzo gradino. Obiettivo che insieme a Daimler, che nel 2009 ha venduto 1,6 milioni di auto, sembra a portata di mano. «L’attività di produzione aumenterà, amplieremo i nostri portafogli e rafforzeremo la posizione sul mercato», hanno detto i due amministratori delegati. L’alleanza, precisano i due big, non sarà l’anticamera di una fusione né farà confusione sui prodotti e sui marchi associati alle due case. La partecipazione azionaria resterà simbolica al 3,1% e ognuno manterrà la propria indipendenza. «Ma sarà un’alleanza strategica di lungo corso», secondo Zetsche, e non uno dei tanti tentativi falliti di partnership come quella Daimler-Chrysler finita nel 2007. Non solo: l’intesa di oggi «non preclude la strada ad altre alleanze», ha detto Ghosn, sempre più convinto che le sinergie siano il futuro del settore. Le rassicurazioni dei due manager sono una magra consolazione per i competitor. Il fatto che non si tratti di una fusione non solo non riduce la portata dell’accordo, ma anzi lo configura come un’alleanza che dovrebbe lasciare maggiori margini di manovra nella scelta delle aree in cui cooperare e della tecnologia da condividere. In modo da avere l’ampiezza di fuoco dei tre marchi con la potenza di un’unica strategia.

La nuova attività comune sarà indirizzata da un comitato di 12 membri, guidato dai due ad. Nei piani, come si diceva, c’è già lo sviluppo delle nuove Smart e Twingo. E dal 2013, tutti i nuovi modelli prodotti in comune saranno disponibili anche in versione elettrica. Infine, una curiosità: per le sue future city car Renault tornerà al motore ed alla trazione posteriori, soluzione che aveva abbandonato dai tempi della Dauphine e della R8.
 
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