La parola d’ordine è rispettare il lavoro di Baldassarri e dei colleghi del Senato. La sostanza è che i “finiani” ripresenteranno la contromanovra anche alla Camera. A partire dalla cedolare secca sugli affitti, fino al taglio dell’Irap e dell’Irpef per ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie. L’obiettivo dichiarato è quello di ribadire l’importanza e la validità di proposte su cui il governo è già impegnato attraverso un ordine del giorno approvato a Palazzo Madama. Ma è chiaro che se nel corso della discussione a Montecitorio si dovessero creare le condizioni favorevoli nessuno esclude di portare le proposte fino in fondo.
A firmare gli “emendamenti Baldassarri” sarà Marcello De Angelis, esponente della commissione Bilancio, ex An e finiano doc. Ma l’iniziativa non sarà solitaria. Anzi, spiega, i testi di modifica saranno sottoscritti da un robusto mix di ex An ed ex Forza Italia «proprio per evitare che la mossa venga vista come una provocazione o come il tentativo di scatenare una rissa». Eppure, tra i fedelissimi di Tremonti c’è chi ragiona su due circostanze, entrambe guarda caso riconducibili a Fini. La prima è il voto con le impronte digitali, che ha sconfitto i “pianisti”, ma ha anche «dato un potere d’interdizione molto più forte a piccoli gruppi organizzati visto l’impossibilità per la maggioranza, dove abbondano i doppi incarichi, ad essere sempre presente in massa durante le votazioni». L’altra è di ieri, il monito del presidente della Camera a non ripetere il giochino del Senato con la fiducia su un maxiemendamento che non recepisca in maniera pedissequa l’esito del dibattito in commissione. Questo significa, ragiona l’esponente del Pdl, «che la partita si giocherà sul filo del voto e non si possono escludere sorprese».
L’unica sorpresa, secondo De Angelis, «può essere costituita dal fatto che nel corso del dibattito il Tesoro scopra che ci sono un po’ di risorse per fare qualche passetto aggiuntivo, allora ben vengano le proposte ispirate dal Senato». Ma in caso contrario, assicura, «l’unico obiettivo è quello di impegnare il governo ad intervenire su quei temi e fare si che il lavoro di grande vitalità politica prodotto dal Senato non vada perduto». Del resto, conclude De Angelis, «ha già prodotto degli ottimi risultati sul piano del dialogo e del coordinamento interno al partito sulle linee economiche».
Insisteranno sulla questione Irap e Irpef anche i leghisti. I quali però, come spiega il capogruppo in commissione Finanze, Maurizio Fugatti, sono in «piena sintonia con il ministro Tremonti». Si tratterà, dunque, soltanto di proposte di bandiera che resteranno ferme sulla carta. Così come quelle per ridurre ancora le commissioni sul massimo scoperto e allentare gli studi di settore.
Dal presidente della commissione sugli Enti previdenziali, Giorgio Jannone, arriva invece la proposta di detassare gli investimenti pubblicitari per rilanciare i consumi e aiutare l’editoria. Ma qui la tagliola di Tremonti imporrà di trovare la necessaria copertura.
Tutto dovrà comunque avvenire in tempi molto stretti. La prossima settimana i lavori dell’aula si bloccheranno proprio per consentire alla commissione Bilancio l’esame della finanziaria. Il 9 dicembre si aprirà la discussione generale. Il 10 pomeriggio parte il voto in aula.
libero-news.it