giovedì 19 novembre 2009

Tremonti si gioca il Gratta&Vinci contro l’evasione

Altro che Guardia di Finanza. L’evasione fiscale si combatterà col Gratta&Vinci. La trovata può sembrare bizzarra, ma se si considerà la voracità con cui gli italiani consumano i bigliettini da raschiare gli effetti potrebbero non essere così trascurabili. Ne è convinto Giorgio Jannone, deputato bergamasco del Pdl, che da qualche mese sta ragionando sulla questione ed ora vuole portare la proposta in finanziaria. L’idea è semplice. Si tratta di unire la lotteria istantanea allo scontrino. In altre parole, si va al bar, si prende il cappuccino, si paga e, se si è fortunati, ci scappa una bella vincita. L’obiettivo è ovviamente quello di stimolare il cliente a pretendere la ricevuta per ogni acquisto di beni o servizi. L’incentivo è già in vigore da tempo in Cina, dove l’estensione del territorio, l’arretratezza di molte regioni e la quantità spropositata di abitanti rendono praticamente impossibile effettuare controlli efficaci sull’evasione di esercenti, artigiani e professionisti. Ebbene, spiega Jannone, «da quando i clienti hanno il vantaggio di poter vincere un premio senza alcun esborso aggiuntivo pare richiedano lo scontrino in percentuali che si aggirano sul 98%».
In Italia basterebbe molto meno per gridare al miracolo. Basti pensare che su circa 320 miliardi di evasione ed elusione stimati, 6 sarebbero quelli che non arrivano all’erario per colpa della mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali. Appare chiaro che sottraendo alla cifra una quota per distribuire di tanto in tanto piccole vincite, il gettito aggiuntivo che resterebbe nelle casse dello Stato supererebbe quello dello scudo fiscale, con la differenza che si tratterebbe di entrate strutturali e non una tantum come quelle attese dal condono.
Tutti da definire tempi, modi e fattibilità. L’emendamento che Jannone presenterà in Finanzaria è ancora in fase di stesura. Ma una buona bozza è quella contenuta nella proposta di legge che lo stesso deputato ha presentato ad ottobre per l’istituzione dello scontrino fiscale “gratta e vinci” al fine di contrastare l’evasione fiscale. Nella sua parte posteriore, si legge nel testo, lo scontrino «è costituito da una parte argentata o dorata che nasconde l’eventuale combinazione vincente, espressa in simboli o in cifre, e l’indicazione del relativo premio in denaro». In alternativa, spiega Jannone, si può anche pensare «al rilascio di un tagliando Gratta & Vinci gratuito per ogni tot euro di spesa in abbinamento allo scontrino». A quel punto, «il consumatore potrà vincere una parte della somma spesa che verrà rimborsata direttamente dal commerciante, con la successiva copertura dello Stato».
Realizzabile o meno, la proposta non piacerà a commercianti, artigiani e professionisti, che invece di vedersi arrivare il tanto atteso (e promesso) taglio dell’Irap si troverebbero di fronte ad un’ennesima stretta del fisco. Che si andrebbe ad aggiungere a quella già operata qualche anno fa dall’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che portò nella prima fase di applicazione alla chiusura di migliaia di esercizi.
Tutt’altro, secondo Jannone, lo spirito dello scontrino Gratta&Vinci, che rappresenterebbe invece un modo «di incrementare gli introiti dello Stato senza ricorrere a politiche eccessivamente punitive e invasive». Sia come sia, l’idea ha tutte le caratteristiche per stuzzicare la fantasia di Giulio Tremonti, che ha già incaricato i tecnici del ministero di studiarne la fattibilità. Jannone, in effetti, spiega che quando, alcuni mesi fa, gli parlò della proposta il ministro sembrava molto interessato. E grande attenzione, secondo il deputato, ci sarebbe anche da parte della Lega, che avrebbe già espresso apprezzamento per l’idea. Il che farebbe pensare ad un asse che non dovrebbe avere grosse difficoltà a spingere la norma in Finanziaria.
La partita della manovra è comunque solo all’inizio. E tutto fa pensare che anche alla Camera lo scontro sarà serrato.
L’esame del provvedimento parte giovedì in commissione Bilancio. Dalle prime voci che circolano il pacchetto Baldassarri e gli emendamenti dei finiani bocciati al senato non sembrano essere tra le priorità del governo. Il viceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, ha già fatto retromarcia sull’Irap ventilando piuttosto la possibilità di un qualche alleggerimento non meglio specificato sull’Irpef, come un aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro o da pensione o di quelle per i figli. Sul fronte delle entrate si parla invece di ulteriori balzelli a carico di banche e gruppi petroliferi. Confusa la situazione sulla banca del Sud, saltata al senato per problemi tecnici. «È un progetto a cui teniamo moltissimo», ha detto ieri il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Sono sempre stato abbastanza scettico, non riesco a capire cosa sia», ha replicato il sottosegretario alla Presidenza, Gianfranco Miccichè.

libero-news.it