martedì 3 novembre 2009

La Marcegaglia riscrive la manovra: via gli sprechi e meno tasse

Tremonti duetta con Fini sul Mezzogiorno, ma gli imprenditori non mollano la presa sulla tasse. Anzi, Emma Marcegaglia si è presentata a Capri sul palco dei giovani imprenditori con una proposta fortemente ispirata alla contromanovra di Baldassarri, ma rimodulata ed ammorbidita in modo tale che per il governo sarà ancora più difficile respingerla. Il nocciolo è identico a quello su cui i finiani e tutto il Pdl si preparano a dare battaglia la prossima settimana al Senato, i tagli alla spesa improduttiva, ma l’entità complessiva è molto più abbordabile dei 40 miliardi messi in campo dal presidente della commissione Finanze. Conti alla mano, la presidente di Confindustria propone una manovra da 15 miliardi, di cui 4 potrebbero arrivare accorpando province e prefetture e 11 mettendo a punto gli acquisti della pubblica amministrazione. E per dare ancora più forza al pressing sul governo la Marcegaglia chiede un patto, «un avviso comune tra imprese e sindacati» (raccogliendo in tempo reale l’adesione di Cisl e Ugl) e «sforzi da parte di tutti». Perché la crisi, avverte, impone «scelte di riforma importanti, anche impopolari, anche difficili». E va deciso ora «se il nostro è un Paese che resta indietro rispetto a Francia e Germania» che hanno fatto scelte con «meno rigore ma più attente alla crescita». Poi, nel tentativo di ritrovare il dialogo col ministro, la Marcegaglia aggiunge di avere colto da Tremonti «aperture importanti sulla spesa pubblica improduttiva». Anche sulla proposta del ministro di finirla con la moltiplicazione dei fondi per le aree sottosviluppate e pensare piuttosto a «un solo Fas meridionale con dentro i crediti di imposta» la Marcegaglia tende la mano: «Si può fare, facciamolo». Sulla Banca del Sud, però, Confindustria non fa sconti: «È un progetto che può dare un contributo se si muove in logiche privatistiche. Ma di carrozzoni non ne vogliamo».

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