lunedì 16 novembre 2009

Gasparri prepara l’assalto a Tremonti su affitti e sicurezza

Coordinamento stretto con Cicchitto, vertice con i capigruppo della Camera e i relatori del Senato, convocazione della cabina di regia sull’economia. Maurizio Gasparri giura che dietro il “gioco” delle astensioni sugli emendamenti alla Finanziaria, non ci sia alcuna fronda, né manovre dei finiani. «Si è trattato solo», spiega il presidente dei senatori del Pdl a Libero, «di qualche mal di pancia che ha trovato sfogo». Ma la sensazione è che in molti a Palazzo Madama siano rimasti con l’amaro in bocca. Compreso lo stesso Gasparri, già al lavoro per evitare un secondo passaggio a vuoto a Montecitorio. «Ho già parlato con Cicchitto. Ci incontereremo la prossima settimana coi deputati della commissione Bilancio, i capigruppo della maggioranza, i relatori al Senato e il presidente Azzolini per confrontarci col governo», spiega.
Per quanto riguarda Giulio Tremonti, l’intenzione è quella di «chiedere la convocazione della cabina di regia». Gasparri assicura che col ministro dell’Economia non ci sono attriti: «Ieri sera (venerdì, ndr) ci siamo visti e abbiamo discusso dei temi che dovranno essere affrontati durante il passaggio alla Camera. Tenuto conto che nel frattempo dovrebbero anche essere arrivati un po’ di dati sullo scudo fiscale, credo che a Montecitorio Tremonti riesca a mantenere gli impegni». Troppo facile ricordare al senatore che la stessa cosa aveva detto al termine del vertice a Palazzo Madama. «Non nascondo che mi aspettavo di più. Abbiamo trovato i fondi importantissimi per sicurezza e giustizia, ma sarei stato più soddisfatto se la Finanziaria fosse uscita dall’aula con la cedolare secca sugli affitti e la Banca del Sud». Non è un caso che proprio sulla detassazione delle locazioni sia arrivata la sua astensione. Non un modo per annacquare i voti dei finiani, «ma un tratto di evidenziatore per far capire che il tema dovrà essere affrontato». Oltre a questo, Gasparri si aspetta che alla Camera tornino sul tavolo «altri fondi per la sicurezza, la copertura del 5 per mille, la riduzione delle tasse, i finanziamenti per le scuole paritarie e 3-400 milioni per l’Università».
la cabina di regia
Di carne al fuoco ce n’è molta, ma il viceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, ha già detto che le coperture non ci sono e che il taglio all’Irap dovrà aspettare. «Sappiamo tutti che siamo seduti sopra un debito pubblico enorme. Bisogna mettersi intorno a un tavolo e capire in base all’andamento dei conti quanto sono stretti gli spazi di manovra. A quel punto si decide insieme su cosa intervenire e cosa rinviare», spiega Gasparri. Il ministro, però, dovrà essere più presente. Perché il fatto che «non sia mai venuto al Senato durante la discussione della Finanziaria non mi è piaciuto. Serve più confronto». E più sangue freddo, forse, per evitare quello che è successo all’ultimo Consiglio dei ministri tra Tremonti e i colleghi Brunetta e Prestigiacomo. «Se è vero quello che hanno scritto», dice, «non va bene. Il ministro offre sempre argomenti di cui discutere, ma deve essere più paziente». Di pazienza ne servirà molta. Se Gasparri prepara l’assedio con vertici e controvertici, infatti, anche i finiani stanno scaldando i muscoli per il secondo round. E il pacchetto Baldassarri alla Camera potrebbe trovare un sostegno ancora più robusto, visto che oltre al presidente di Montecitorio può contare anche sul 70%, secondo un calcolo fatto alcuni giorni fa dal Foglio, dei 92 deputati ex An. Una truppa che si presenterà agguerrita nel chiedere almeno un primo passo verso la riduzione delle imposte.
«ricercatori, nessun taglio»
In attesa dello sbarco a Montecitorio, intanto, iniziano a circolare le possibili misure da inserire nel solito maximendamento. Risorse fresche potrebbero arrivare dagli “scontrini gratta e vinci”, che avrebbero anche l’effetto di combattere l’evasione fiscale. Soldi arriverebbero anche dalle banche che, nel caso in cui ottengano aiuti pubblici, sarebbero tenute ad una sorta di assicurazione obbligatoria. La tassa sarebbe meno pesante per gli istituti che invece di aumentare gli utili decidessero di reinvestirli. Una nuova Robin tax, infine, colpirebbe i petrolieri: chi non adegua i listini sarebbe colpito con rincari che, si dice, sarebbero dell’1,5% in più ogni 9 giorni di ritardo. Una bufala, invece, sarebbero i tagli alla ricerca. Non è vero nulla, ha detto il ministro Gelmini, la quale ha assicurato che «entro dicembre saremo in grado di approvare e selezionare diversi progetti e quindi di distribuire le risorse previste ai ricercatori».

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