sabato 14 novembre 2009

Slitta il taglio Irap al Senato

«Si poteva fare di più», dice sconsolato il relatore Maurizio Saia. «L’iter della Finanziaria non finisce qui» gli risponde il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas. Traduzione: il taglio all’Irap può attendere. La detassazione degli affitti pure. Questo, di là dalle chiacchiere, l’esito della battaglia al Senato sulla manovra di bilancio. Partita che dovrebbe essere stata chiusa con due emendamenti presentati ieri in serata dallo stesso Saia.
Tra le novità contenute nel primo emendamento, lo stanziamento di 100 milioni per la sicurezza e la vendita di 3000 immobili confiscati alla mafia i cui proventi vengono destinati per il 50% al ministero della Giustizia e per il 50% al ministero dell’Interno. Previsti anche alcuni interventi per l’agricoltura: tra questi, la proroga degli sgravi dei contributi agricoli ( circa 40milioni di euro) e il rifinanziamento del fondo di solidarietà per il settore. Il secondo emendamento invece contiene le norme relative alla Banca del Sud (nuove emissioni di bond tassati al 5%), contenute in un precedente disegno di legge del governo. All’ultim’ora è spuntato pure il copyright (con tanto di multe da mille a 5mila euro per chi li viola) sui simboli delle Forze armate, compresi Carabinieri e Guardia di finanza.
Per il resto, il ritornello è che si dovrà attendere una quantificazione delle risorse derivanti dallo scudo fiscale per poter inserire qualche misura di rilievo nella Finanziaria che, a quel punto, sarà alla Camera. Sul taglio dell’Irap e la cedolare secca al 20% sugli affitti Saia ha chiesto «l’impegno forte del governo ad intervenire, nell’altra ala del Parlamento, nel momento in cui questo “benedetto” scudo fiscale darà risposte in tal senso». Detto questo, ha concluso Saia, «mi ritiro e leggo i pareri sugli emendamenti con molta... non dico rassegnazione, ma sicuramente senza grande entusiasmo». Ipotesi non esclusa dalle parole di Vegas. «La finanziaria non finisce qui, né oggi né domani. Ha un iter», ha detto il viceministro, aggiungendo che se qualcuno «intendesse la manovra come qualcosa di simile a un bancomat, ci sarebbero dei problemi molto gravi e seri». Detto questo, Vegas ha confermato la buona volontà del governo: «Vedremo se sarà possibile trovare le coperture, per far fronte a problemi più urgenti». Che non riguardano solo le imprese. Perché l’Irap, ha spiegato, «è un’imposta non simpatica ma c’è anche il problema dei dipendenti, dei pensionati e dei lavoratori con basso reddito».
Buone notizie dal ddl collegato alla Finanziaria che arriva oggi al Consiglio dei ministri. Oltre al taglia-oneri, che prevede risparmi per 5,3 miliardi a regime per le aziende, il testo che approderà a palazzo Chigi contempla anche una serie di misure concrete che messe a punto dai ministri Brunetta e Calderoli. Sempre dal Cdm dovrebbe anche arrivare la riduzione dell’ordine del 2-3% degli acconti fiscali Ires e Irap di novembre, come fu fatto nel 2008. Un po’ di ossigeno per le imprese quantificabile in circa 2 miliardi di minor tasse, che dovranno comunque essere versate a luglio 2010.

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