martedì 1 dicembre 2009

La Lega vuole tagliare la cassa integrazione agli extracomunitari

Un tetto alla cassa integrazione per i cittadini extracomunitari. Tra la castrazione chimica per i violentatori, le gabbie salariali, le bandiere regionali e i dialetti in classe, alla fine dal sacco degli emendamenti-manifesto con cui la Lega ha deciso di condire anche quest’anno il dibattito sulla Finanziaria, è uscito pure quello sulla Cig distribuita in base alla carta d’identità. Prima agli italiani, poi agli stranieri. Questo il principio alla base del testo proposto dal capogruppo del Carroccio in commissione Finanze Maurizio Fugatti. Nell’emendamento si chiede un limite a «qualsiasi trattamento di sostegno al reddito» per i cittadini extracomunitari che lavorano in Italia. Nel dettaglio, «per i lavoratori residenti sul territorio nazionale non cittadini italiani ovvero comunitari destinatari di qualsiasi trattamento di sostegno al reddito, ai sensi della legislazione vigente in materia di ammortizzatori sociali, la durata del beneficio non può essere per l’anno 2010 superiore a sei mesi».
Se la crisi dovesse andare avanti, argomenta Fugatti, che definisce la proposta una sua iniziativa in linea con la Lega, «si creerà una contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati extracomunitari e questo vuol dire che sulle strade, e in parte questo già accade in Padania, ci troveremo sia disoccupati italiani sia disoccupati extracomunitari. Quindi noi dobbiamo tutelare di più gli italiani».
Immediata la reazione del Pd. «La proposta della Lega di fissare un tetto massimo di sei mesi di Cassa Integrazione nel 2010 per i lavoratori residenti non cittadini italiani è semplicemente una follia», dichiara il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. A seguire quella della Cgil, che per bocca del segretario confederale, Fulvio Fammoni, definisce la proposta «un’iniziativa xenofoba e una vera sciocchezza giuridica». Opinione condivisa anche da Cisl e Ugl.
Ma la proposta piace molto poco anche al PdL. «Immaginare di trattare diversamente gli italiani o gli stranieri che hanno perso il lavoro senza colpa sarebbe un’ingiustizia», dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Mentre il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, si limita a bollare come «provocatoria» la proposta, prevedendo che «non avrà alcun seguito in Parlamento».
Una bocciatura tecnica è invece quella che arriva dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ricordando alla Lega «che gli ammortizzatori sociali ordinari corrispondono a diritti soggettivi dei lavoratori, sono sostenuti da contribuzioni dei lavoratori e degli imprenditori. Sono, nel caso della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà, correlati alla continuità del rapporto di lavoro che costituisce il presupposto della conservazione del permesso di soggiorno».
Si attengono ai fatti anche Giuliano Cazzola e Benedetto Della Vedova, secondo i quali «sostenere che se non c’è lavoro per gli italiani non c’è per nessuno non è solo discriminatorio, ma in contrasto con la realtà. I dati del primo semestre 2009 dimostrano infatti che l’occupazione degli stranieri ha continuato a crescere anche mentre quella degli italiani scendeva».

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