mercoledì 16 dicembre 2009

Lo scudo fa il pieno. Ma c’è già la proroga

Un tesoretto extra. Che potrebbe crescere ulteriormente grazie ad una provvidenziale proroga. È questa la voce che circola con insistenza a Via XX Settembre e tra i banchi della maggioranza. Il monitoraggio dell’andamento dello scudo fiscale starebbe infatti confermando l’ottimismo delle ultime settimane. La somma complessiva dei capitali “nascosti” all’estero che hanno ripreso la via di casa potrebbe arrivare a quota 115 miliardi. E non si escludono ulteriori sorprese dell’ultim’ora, visto che, come già accaduto nelle due precedenti edizioni dello scudo, in zona Cesarini si sarebbe verificato il classico affollamento dei clienti alle filiali delle banche. Cosa che sta provocando anche difficoltà tecniche nelle operazioni.
Se il quadro finale dovesse attestarsi su queste cifre il governo, considerata l’aliquota al 5%, si troverebbe con quasi 6 miliardi di gettito aggiuntivo in cassa. Il che significa oltre 2 miliardi in più rispetto ai 3,7 già stanziati per la copertura di una parte delle voci di spesa contenute in Finanziaria. E il gruzzolo sembra destinato ad ampliarsi. Se l’esito finale dell’operazione rimpatrio è tutto da verificare, sembra invece quasi certo, secondo quanto sostengono fonti del Tesoro, il prolungamento della sanatoria. Una mossa giustificata anche dalla prevedibile impossibilità di soddisfare entro oggi tutte le richieste che si sono accumulate negli ultimi giorni.
Il provvedimento più gettonato per inserire la riapertura dei termini è sicuramente il decreto milleproroghe che il governo dovrebbe varare alla fine dell’anno per prolungare il sistema degli incentivi ad auto ed elettrodomestici. Ma il via libera potrebbe arrivare anche prima, al prossimo Consiglio dei ministri. I tecnici di Giulio Tremonti sono già al lavoro sul testo. Lo spostamento della scadenza sarebbe prevedibilmente associato ad un leggero aumento dell’aliquota, tra il 6 e il 7%. Secondo alcune stime la proroga, si parla di fine aprile 2010, potrebbe raccogliere ulteriori capitali per circa 30 miliardi di euro, in prevalenza quote di società e non più fondi liquidi.
Una quota del tesoretto aggiuntivo, tra i 500 milioni e il miliardo, sarebbe già prenotata dalla copertura del decreto incentivi. Il resto potrebbe essere utilizzato per finanziare alcune misure accantonate in Finanziaria, a partire dalla cedolare secca al 20% per gli affitti fino ad una limatura della pressione fiscale per famiglie e imprese. Ma da recuperare ci sono anche le agevolazioni per le banche che hanno aderito alla moratoria con le Pmi e i rimborsi per gli obbligazionisti Alitalia.
Ad ammorbidire la linea del “rigore” fin qui seguita potrebbero contribuire anche gli ultimi dati arrivati sul fronte delle entrate. Ad ottobre, secondo il bollettino di Bankitalia, si è registrato il primo cambio di marcia del gettito da diversi mesi a questa parte con una leggera crescita rispetto a settembre (28,4 miliardi contro 20,1). Nei dieci mesi, però, il gettito complessivo (299,55 miliardi) è ancora inferiore del 3,17% rispetto a quello dello scorso anno. Così come resta molto pesante la situazione del debito, che ad ottobre ha raggiunto la cifra record di 1.801 miliardi, in crescita rispetto ai 1.786 di settembre.

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