mercoledì 16 dicembre 2009

Il Tg1: c’è aria da anni di piombo. E Napolitano dà l’intervista al Tg2

Sarà un caso. Oppure una coincidenza. Fatto sta che per dare voce all’indignazione per l’atto di violenza e alla solidarietà nei confronti di Silvio Berlusconi il presidente della Repubblica ha scelto il Tg2. Un dettaglio, si dirà, che nulla toglie alle parole di condanna di Giorgio Napolitano verso un gesto che «deve allarmare tutti. E quando dico tutti intendo tutti gli italiani che credono nella democrazia e hanno a cuore che venga garantita la pacifica convivenza civile». Eppure non può sfuggire l’irritualità della decisione, la stranezza della preferenza accordata alla rispettabilissima testata della seconda rete guidata da Mario Orfeo rispetto all’ammiraglia del servizio pubblico. La rete istituzionale per eccellenza, quella dei grandi eventi e del concerto di capodanno, quella delle celebrazioni religiose e della parata del 2 giugno, questa volta non andava bene. E il sospetto è forte che il motivo sia un signore di nome Augusto Minzolini, che da quando ha assunto la direzione del Tg1 è stato sommerso dalle polemiche delle opposizioni per i suoi editoriali in cui, apriti cielo, si è permesso di esprimere opinioni. Così come ha fatto anche ieri sera, sostenendo che «con un clima di rispetto reciproco anche una stagione drammatica si può trasformare in un nuovo inizio» e che è necessario «trovare ed isolare chi trasforma quello attuale in un clima di odio».
Concetti condivisi, seppure su un’altra frequenza, dal capo dello Stato, che nell’intervista al Tg2 ha lanciato un appello per fermare la pericolosa esasperazione della polemica politica. «Non è la prima volta che lo dico», ha spiegato il capo dello Stato, «dobbiamo impedire che rinascano forme di violenza, che l’italia in un passato non lontano ha già conosciuto e duramente pagato».
Napolitano ha chiesto quindi a tutti i protagonisti della politica che «non si alimentino tensioni, si misurino le parole, dovunque si parli: nelle piazze, nei congressi di partito e in tv». Un appello, insomma «a un’imparzialità che ho sempre rispettato e sono deciso a rispettare. Ora non ha senso che gli uni diano le colpe agli altri per il clima che si è creato«, ciascuno faccia la sua parte «nei limiti fissati dalla Costituzione».

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