La “metropolitana d’Italia” è pronta per la partenza. Con l’apertura delle nuove linee Milano-Novara e Firenze-Bologna entra infatti a pieno regime il primo grande blocco dell’alta velocità delle Ferrovie dello Stato. Certo, ne è passato di tempo da quando, nel 1977, fu inaugurato in Italia il tratto iniziale della cosiddetta Direttissima Roma-Firenze. I primi 138 km in tutta Europa dove il treno poteva finalmente spingere sull’acceleratore. Poi, come spesso accade, il nostro Paese fu superato in corsa da Francia, Germania e Spagna.
Ora però, è il caso di dirlo, l’Italia torna ad accorciare le distanze e a recuperare il tempo perduto. Oggi l’inaugurazione delle tratte finali, il 13 l’apertura ai viaggiatori: mille chilometri di linee veloci uniranno la Penisola, da Torino a Salerno. Con riduzioni dei tempi di percorrenza che potrebbero rivoluzionare la vita economica e sociale del Paese.
Qualche esempio? Per andare da Roma a Milano serviranno 3 ore, per arrivare fino a Napoli basterà aggiungere un’ora e dieci. Tra Bologna e Firenze, da una parte all’altra dell’Appennino, non ci sarà neanche il tempo di sfogliare un quotidiano: 35 minuti, mentre tra Torino e Milano il tempo di percorrenza è un’ora esatta.
Il confronto con gli altri mezzi di trasporto, inutile dirlo, diventa impietoso. Neanche da prendere in considerazione l’auto, dove i tempi necessari a coprire le stesse distanze sono spesso più del doppio (senza contare la possibilità di spiacevoli incontri con autovelox, etilometri, tutor e tutto ciò che può alleggerire il portafoglio ed assottigliare i punti della patente). Ma anche con l’aereo non si scherza. Tenendo conto dei tempi di trasferimento e di imbarco e sbarco, si scopre infatti che i minuti complessivi necessari per raggiungere gli stessi luoghi sono sempre più elevati di quelli ormai praticabili utilizzando il Frecciarossa delle Fs.
Le conseguenze sono ovviamente immaginabili. Basta vedere quello che è successo in Europa sulle distanze medio lunghe. Nella tratta Madrid-Siviglia (470 km) prima dell’alta velocità il 39% dei viaggiatori preferiva utilizzare l’aereo, il 42% l’auto o il pullman, solo il 19% sceglieva il treno. Dopo, il binario è stato preso letteralmente d’assalto dal 53% dei viaggiatori, con l’aereo precipitato al 12%. E lo stesso è accaduto sulla Parigi-Lione e la Parigi-Bruxelles. Aumentando la velocità il treno raddoppia i passeggeri. Del resto, anche in Italia sulla Roma-Milano, nell’arco di pochi mesi, il rapporto tra aereo e ferrovia si è quasi ribaltato, passando dal 48% contro il 38% a favore dell’aria a un 50% contro il 34% a tutto vantaggio del binario. Tradotto in cifre per le Fs si tratterebbe di intercettare un mercato di 9 milioni di passeggeri per km che secondo le previsioni continuerà ad aumentare nei prossimi anni fino a raddoppiare nel 2015. Un business di tutto rispetto che non finirà ovviamente tutto in cassa. Ci sono infatti da ammortizzare gli ingenti costi necessari ad ammodernare l’infrastruttura. Da qui al 2020 l’Italia ha previsto finanziamenti che si aggirano sui 60 miliardi, più o meno in linea con quelli della Spagna e un po’ superiori a quelli di Franci e Germania dove per l’alta velocità si è già speso molto negli anni passati. Di sicuro, però, sarà una bella boccata d’ossigeno per l’ad delle Fs, Mauro Moretti, che negli ultimi due anni ha comunque lavorato duramente per contenere le voragini di bilancio ereditate dalla vecchia gestione e riportare in relativo pareggio i conti del gruppo.
Sempre sul fronte del business, l’alta velocità farà sicuramente la gioia dei produttori di locomotive. Il mercato dei supertreni ha un valore di circa 2 miliardi l’anno ed è in continua crescita. A contendersi la torta sono tre grandi operatori come Bombardier, Alstom e Siemens, ma una quota robusta porta il marchio italiano dell’Ansaldo Breda, la controllata di Finmeccanica specializzata sui treni ad alta velocità. La società vanta un’esperiena pluriennale grazie soprattutto all’Etr500 (il Frecciarossa), fornito proprio alle Fs. Ed ora, insieme a Bombardier, conta di fare la sua parte nella nuova gara lanciata da Moretti per 50 treni veloci. Una maxi commessa del valore complessivo di 1,2 miliardi.
Ma il sistema Av dovrebbe avere effetti positivi anche sul resto del sistema ferroviario. Oltre alla riduzione dei tempi di percorrenza fra i principali centri metropolitani, il treno veloce decongestionerà la rete convenzionale liberandola da flussi di traffico e lasciandola a disposizione del trasporto regionale e locale. Il progetto è quello dell’alta capacità, che prevede la creazione di un sistema fortemente integrato tra rete convenzionale e nuova rete. Ma per questo bisognerà ancora aspettare. Speriamo non troppo. Da subito, invece, si potrà viaggiare sulla direttrice Torino-Salerno, con nuove tariffe studiate per ammorbidire gli aumenti dei treni veloci. Tre le categorie di biglietto: flessibile, base e promo. Quest’ultimo permetterà ai clienti in grado di programmare per tempo il proprio viaggio di risparmiare fino al 30%.
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