mercoledì 16 dicembre 2009

Pensioni più leggere nel 2010, ma quelle degli statali continuano a crescere

Le pensioni saranno pure più leggere, a causa dei nuovi coefficienti di calcolo introdotti dalla riforma Maroni, fatto sta che la previdenza pesa ancora come un macigno sui conti dello Stato. All’indomani delle polemiche dei sindacati sulle simulazioni effettuate dal Sole24Ore per i trattamenti del prossimo anno, la Ragioneria dello Stato ha infatti diffuso i dati relativi alla spesa pensionistica dei dipendenti pubblici nel 2008. Ebbbene, lo stock complessivo di risorse erogate dall’Inpdap è aumentato del 4,8% rispetto all’anno precedente. Con un ritmo ancora più accelerato, visto che nel 2007 l’incremento rispetto al 2006 era del 4,7%. In salita anche il rapporto sul pil, che nel 2008 è arrivato al 3,38% (rispetto al 3,28% del 2007).
Percentuali che dovrebbero invitare alla cautela chi, come i sindacati, è insorto immediatamente contro il primo effetto concreto della riforma pensionistica varata da Dini e poi ridisegnata dai ministri del Welfare Maroni e Damiano.
Nel dettaglio, l’introduzione dei nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti di vecchiaia, che saranno ora applicati con il sistema misto o con quello interamente contributivo, comporterà una sforbiciata delle pensioni, da gennaio, che andrà da un minimo dello 0,8% ad un massimo del 3,7%. La revisione dei coefficienti, messa in programma con la riforma Dini del ’95, doveva scattare ogni 10 anni, per stare al passo con l’andamento della vita media. Il principio di buon senso era che, se si vive più a lungo, diventa più ampio anche il periodo in cui si beneficerà dell’assegno. Così per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale è necessario ridurre le pensioni.
La scadenza del 2006 è poi saltata ed è stato stabilito di far partire i nuovi coefficienti dal 2010 e di aggiornarli ogni tre anni. Decisione che non ha mai ricevuto il consenso dei sindacati e in particolare della Cgil, che ora promette battaglia contro i tagli ai pensionati. Una sorta di difesa d’ufficio, visto che la categoria rappresenta circa la metà dei suoi poco meno di 5,7 milioni di iscritti. La sigla guidata da Guglielmo Epifani già a inizio dicembre aveva chiesto di modificare i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione e di applicarli «pro quota» solo sul montante contributivo dal 2010 in poi, e non retroattivamente su tutti i contributi. Il modo in cui ha deciso di procedere il governo sarebbe invece «perverso e punitivo» e con esso si faranno «enormi risparmi a danno dei pensionati» attraverso un provvedimento che «anticostituzionale», ha spiegato il segretario confederale Morena Piccinini. Perplessità arrivano comunque anche dalle altre sigle, che chiedono un tavolo di confronto per verificare che il rendimento delle pensioni non scenda al di sotto di una certa soglia.
E sul fronte della previdenza ieri sono arrivate buone notizie dall’Enasarco, la cassa degli agenti e dei rappresentanti di commercio. L’ente ha presentato il preconsuntivo 2009 che registra un avanzo di circa 75 milioni e il progetto di mettere a segno le operazioni di vendita del patrimonio immobiliare, bloccate da tempo, a partire dall’estate del 2010. A questo proposito è stato varato il «Progetto Mercurio», «unisce gli obiettivi economico-gestionali con la tutela degli attuali affittuari».

libero-news.it