Ci mancavano solo i cattolici. E dire che Tremonti negli ultimi mesi ce l’aveva messa tutta nel denunciare, in sintonia col Vaticano, che i guai del mondo sono frutto di dell’avidità (dei banchieri) e della mancanza di etica. Che i valori della solidarietà e della giustizia, in sintonia con la dottrina sociale cattolica, devono ispirare l’economia. Dalla teoria alla pratica, però, le cose cambiano. E al di là delle belle parole, quella stessa Compagnia delle Opere che al Meeting di Rimini lo aveva osannato e applaudito si è accorta adesso che nella manovra economica è spuntata una bella sforbiciata ai fondi delle scuole private. «Apprendiamo con grande sconcerto che, ancora una volta, nella legge finanziaria e nella legge di bilancio dello stato per il 2010 attualmente in discussione al senato, alla voce “istruzione non statale” risulta un pesante taglio per le scuole paritarie». Firmato CdO Opere educative, Fidae (Federazione che associa la quasi totalità delle scuole cattoliche italiane) e Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche).
L’accusa è, ovviamente, argomentata. Non con considerazioni, ma con una serie di ordini del giorno approvati nel corso dell’anno (spesso con voti bipartisan) che impegnavano il governo a prevedere “una effettiva libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie”; a reintegrare il fondo per le scuole non statali e “garantire almeno lo stesso livello di finanziamento per i successivi anni”; a “garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie”, nonché a “realizzare tali condizioni incrementando significativamente, fin dal disegno di legge finanziaria per il 2010, le risorse destinate al sistema paritario, elevandole almeno a 600 milioni di euro, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2008”.
Ora, con molta probabilità, toccherà alla Gelmini togliere le castagne dal fuoco al collega dell’Economia. Solo qualche settimana fa il ministro dell’Istruzione si era impegnata a garantire il diritto di scelta anche attraverso un un bonus per chi vuole frequentare le scuole paritarie. Difficile che ora non si mobiliti per evitare i tagli ai finanziamenti.
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