mercoledì 7 ottobre 2009

Diavolo di un Berlusconi: guadagna pure quando perde

Diavolo di un Berlusconi, guadagna pure quando perde. A qualcuno sarà venuto un attacco di bile controllando le chiusure di Borsa di ieri. Può sembrare bizzarro, ma la sentenza del tribunale di Milano che condanna la Fininvest a risarcire 750 milioni a De Benedetti per il Lodo Mondadori ha messo il turbo ai titoli del Cavaliere. La società incriminata, il gruppo di Segrate, ha terminato la seduta di Piazza Affari addirittura con un balzo del 6,27% a 3,6 euro.
In realtà, la fibrillazione dei mercati finanziari è il frutto di meccanismi facilmente individuabili e non necessariamente positivi. La componente che sta influenzando di più l’andamento di Borsa è sicuramente l’attività speculativa, professionisti della scommessa finanziaria che si avventano sui titoli nel tentativo di guadagnare sulle prevedibili oscillazioni provocate dallo scossone giudiziario. Si tratta, in altre parole, di sfruttare il frenetico accavallarsi di ipotesi e voci sulle prossime mosse della Fininvest e delle sue controllate. Al di là dell’annunciata decisione di ricorrere immediatamente all’autorità giudiziaria per congelare l’esecutività della sentenza di Milano (la richiesta è stata già preparata dall’avvocato Romano Vaccarella), gli investitori si interrogano sul modo in cui i manager faranno fronte all’esigenza di liquidità che inevitabilmente, non essendo mai stati fatti accantonamenti, si verrà a creare. L’ipotesi più gettonata nelle ultime ore è che le società del gruppo dovrebbero tornare a distribuire robusti dividendi. La finanziaria di casa Berlusconi perderebbe infatti la propria cassa e probabilmente a quel punto farebbe fluire liquidità dalle controllate (Finivest detiene il 36% di Mediaset, il 50% di Mondadori e il 35% di Mediolanum).
A spingere le azioni ci sono poi motivi più tecnici e meno oscuri. Su Mondadori, ad esempio, ieri è arrivato il giudizio positivo di Centrobanca, che ha promosso il titolo da neutral a buy, alzando il target di prezzo da 3,2 a 3,9 euro. L’invito a comprare, secondo gli esperti della banca d’affari, deriva dal fatto «il calo nelle inserzioni nei periodici rallenterà progressivamente per vedere un’inversione nel primo trimestre del 2010». Centrobanca ha anche tagliato le stime dei ricavi 2009 del 5,5% e dell’ebitda del 19,8%. «Ma il piano di efficienza», hanno spiegato gli analisti, «ci ha indotto ad alzare le stime per 2010 e a rivedere al rialzo del 7% le nostre previsioni sull’utile». In aggiunta negli ultimi mesi le azioni Mondadori hanno registrato una performance peggiore (del 13%) sia rispetto al Dj Stoxx Media (l’indice internazionale del settore) che rispetto all’azionario italiano (del 17%). La sottoperformance è stata determinata dalla scarsa visibilità sul piano di taglio dei costi e dall’andamento deludente della divisione libri (-5% su base annua nel primo semestre).
Per quanto riguarda Mediaset, anch’essa balzata del 2,16% a 4,77 euro, il titolo è stato sicuramente influenzato dalle indiscrezioni dei quotidiani spagnoli Expansion e El Economista - espressamente smentite dal gruppo del Biscione - circa un interesse per l’emittente iberica Cuatro, alla quale punterebbe in vista di una fusione con la controllata Telecinco, o per Digital+, sulla quale starebbe cercando un asse con Telefonica.
Resta il fatto che se tutte le società hanno ingranato la marcia, compresa Mediolanum (+4,14% a 4,77 euro) che è però in linea con la corsa dell’intero settore bancario, i riflettori sono tutti puntati sulla Mondadori. Piazza Affari sembra comunque scommettere sul fatto che il gruppo di Segrate, dopo questa vicenda, possa valer di più. Sul titolo sono piovuti acquisti durante tutta la seduta, con scambi doppi rispetto a lunedì e quattro volte superiori alla media giornaliera dell’ultimo mese. Nelle mani degli agenti di Borsa sono passati addirittura 4,5 milioni di azioni, pari all’1,7% del capitale.
Per quanto riguarda De Benedetti, l’ingegnere può continuare tranquillamente a festeggiare. Oltre alla prospettiva del pacco dono da 750 milioni, i guadagni in Borsa proseguono. Dopo il rally dell’8,21% segnato lunedì, la Cir è avanzata del 2,49% a 1,6 euro, in linea col resto del listino. Più cauto il giudizio degli investitori sulla holding a monte della catena di controllo, la Cofide, che ha chiuso pressoché piatta (+0,08% a 0,61 euro).

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