mercoledì 28 ottobre 2009

Per rafforzare lo scudo il Fisco fa irruzione nelle banche svizzere

Con lo scudo non si scherza. La Svizzera non ha fatto in tempo a dichiarare la sua piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane che si è vista piombare addosso un vero e proprio esercito di finanzieri e ispettori. Di ieri mattina, sul Sole24Ore, le parole del ministro delle Finanze e presidente della Confederazione elvetica Hans-Rudolf Merz. «Siamo pronti a collaborare con tutti i Paesi che lo desiderano. Spero che l’Italia e il ministro Giulio Tremonti, lo desiderino quanto noi». Delle stesse ore, in mezza Penisola, il maxi blitz in 76 filiali di banche svizzere e uffici bancari collegati a intermediari svizzeri o situati nei pressi di San Marino.
A passare al setaccio la finanza elvetica sono stati più di 150 ispettori sotto la direzione congiunta dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Obiettivo: verificare il rispetto degli obblighi di comunicazione dei dati dei propri clienti all’Archivio dei rapporti finanziari, cioè alla banca-dati utilizzata dal fisco per verificare con un click l’esistenza di conti correnti dei contribuenti sottoposti a verifica. Il database ad oggi censisce oltre 950 milioni di rapporti ed oltre 90 milioni di soggetti. A controllo finito, gli 007 fiscali sono tornati in ufficio con un cd contenente i dati dei clienti delle banche. «Piena collaborazione», ha assicurato l’Associazione Italiana banche estere. Più duro il commento dell’Associazione svizzera dei banchieri. «Le autorità italiane possono ovviamente procedere come intendono sul loro territorio ma è strano che procedano a questa azione così spettacolare», ha detto il portavoce, James Nason. La spiegazione, forse vicina al vero, arriva da San Marino. «L’operazione», ha detto il ministro delle Finanze Gabriele Gatti, «sembra una conseguenza del grande battage che si sta sviluppando, in Italia, sullo scudo fiscale». In effetti, da qualche mese a questa parte non passa giorno senza che Fiamme Gialle e amministrazione fiscale non annuncino grandi risultati nella lotta all’evasione o non divulghino i risultati di maxi-operazioni di accertamento fiscale. Anche ieri, dopo aver assaltato le filiali svizzere e sanmarinesi, l’Agenzia delle Entrate ha assicurato che «ulteriori campagne di controlli verranno sviluppate nei confronti di altre categorie di operatori finanziari».
Quanto alla stretta sugli intermediari, secondo il numero uno dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, rappresenta «la conferma che sul fronte dell’evasione internazionale c’è la più decisa intenzione di agire con tutte le forme di controllo che possiamo utilizzare». Se la minaccia non fosse abbastanza chiara, ci sono poi i numeri snocciolati dai finanzieri. «Da quando è stato introdotto lo strumento delle indagini finanziarie telematiche, e cioè da settembre 2006 ad oggi», ha spiegato il generale della Gdf, Giuseppe Vicanolo, «abbiamo eseguito circa 10.000 verifiche con indagini finanziarie, pari all’80% in più rispetto al triennio precedente». Ora i tecnici effettueranno il confronto tra i nomi dei clienti delle diverse filiali e quelli effettivamente comunicati al fisco. La multa, se dovessero risultare irregolarità, partire dai 2.065 euro per arrivare fino a 20.658 euro.

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