Si parte. Si va dai 10 milioni per le imprese locali produttrici di finocchi, alla riduzione dell’Iva al 10% per gli acconciatori, fino ai 28 milioni per il Centro internazionale della fotografia di Milano e ai 2,8 milioni per l’Ente italiano della Montagna. Ma c’è anche chi vorrebbe dare altri 2 milioni al Coni per i mondiali di nuoto già realizzati.
Crisi o no, la Finanziaria è sempre la Finanziaria. E un tentativo di sfilare qualche milione dal gruzzolo non si nega a nessuno. Tra i numerosi emendamenti su cui è partita ieri la discussione in commissione Bilancio del Senato, però, ci sono anche quelli più tosti. A partire da quelli di cui si è parlato nei giorni scorsi firmati principalmente dai finiani Augello e Baldassarri. Ma ci sono anche quelli di Costa, che propone una proroga della deducibilità degli interessi passivi per le imprese e della Tremonti ter sulla detassazione degli investimenti, o quello di Fleres, che chiede l’allungamento dello scudo fiscale. Fino alla Bonfrisco, che propone la proroga della deduzione per l’ammortamento di immobili necessari all’esercizio delle professioni.
I margini di intervento, ha detto il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas, sono «stretti come il canale di Corinto». In italiano corrente significa che se modifiche alla manovra ci saranno non dovrebbero arrivare da Palazzo Madama, ma dalla Camera. L’ordine di scuderia, in effetti, è circolato. Ma l’aria in questi giorni cambia velocemente.
E le notizie che arrivano da Arcore su Tremonti incoraggiano l’entusiasmo. Tra i banchi del centrodestra assicurano comunque che tutto sarà fatto in sintonia col governo. «Non c’è assolutamente l’atmosfera del blitz», dice un esponente della commissione, che spiega anche quale potrebbe essere la via d’uscita per non lasciare il Senato a bocca asciutta. Il problema è quello di non ingigantire la vittoria dei finiani. Con tutta probabilità il relatore o lo stesso governo presenteranno emendamenti sostitutivi di quelli Baldassari-Augello, che però ricalcheranno, ammorbidite, le stesse proposte: riduzione del fisco per famiglie e imprese e tagli alla spesa. Non è chiaro fino a che punto ci si potrà spingere. In commissione c’è però chi non esclude che «alla fine si arrivi anche ad un primo intervento sull’Irap».
Di sicuro, ragiona un altro senatore, «se il percorso di modifica non inizia qui poi sarà più difficile farlo partire alla Camera». La commissione ha intanto chiuso l’esame del ddl bilancio. Dal cilindro sono usciti pure 4 milioni per le scuole non statali. In tutto, fa notare il relatore al provvedimento, Cosimo Latronico, con il ddl si sono «fatti tagli per 7,3 miliardi» che sono il risultato della «riduzione del saldo netto da finanziare che passa da 69,7 a 62,4 miliardi».
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